Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

giovedì 17 gennaio 2013

MA ROUSSEAU DAVA I VOTI? - Marco Orsi



Forse poche volte abbiamo riflettuto sul fatto che molti grandi pedagogisti in realtà si sono occupati poco di valutazione, cioè di come valutare performance e competenze; e, nemmeno, più grossolanamente, si sono occupati di voti, di giudizi, di attrezzare un sistema di premi e punizioni. Si pensi, solo per fare alcuni nomi, a Rousseau, Pestalozzi, Dewey, Freinet o a Maria Montessori. Perché questa loro disattenzione, ci possiamo chiedere? Perché si sono dimostrati disinteressati tanto a mettere voti quanto a cercare di valutare i risultati? La risposta  può essere contenuta nella constatazione di una scuola oggi tutta concentrata sugli esiti, sulle performance. Qui, l’importante è quello che esce, il risultato, il conseguimento della meta. L’obiettivo che l’alunno deve raggiungere. E’ come se in un viaggio ci occupassimo solo di individuare la meta, senza preoccuparci di come arrivarci. La scuola di oggi ci pare disinteressata al come, vale a dire alla didattica, in quanto è tutta presa dal risultato, dall’obiettivo.
Marco Orsi, Ti do una nota, “Difficoltà di apprendimento”, (18/2, Trento, 2012), p. 169-170
Marco Orsi è il responsabile nazionale della rete “Senza zaino. Per una scuola comunità” di Lucca.
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