Forse
poche volte abbiamo riflettuto sul fatto che molti grandi pedagogisti in realtà
si sono occupati poco di valutazione, cioè di come valutare performance e
competenze; e, nemmeno, più grossolanamente, si sono occupati di voti, di
giudizi, di attrezzare un sistema di premi e punizioni. Si pensi, solo per fare
alcuni nomi, a Rousseau, Pestalozzi, Dewey, Freinet o a Maria Montessori.
Perché questa loro disattenzione, ci possiamo chiedere? Perché si sono
dimostrati disinteressati tanto a mettere voti quanto a cercare di valutare i
risultati? La risposta può essere
contenuta nella constatazione di una scuola oggi tutta concentrata sugli esiti, sulle performance. Qui, l’importante è quello
che esce, il risultato, il conseguimento della meta. L’obiettivo che l’alunno
deve raggiungere. E’ come se in un viaggio ci occupassimo solo di individuare
la meta, senza preoccuparci di come arrivarci. La scuola di oggi ci pare
disinteressata al come, vale a dire alla
didattica, in quanto è tutta presa dal risultato, dall’obiettivo.
Marco Orsi,
Ti do una nota, “Difficoltà di
apprendimento”, (18/2, Trento, 2012), p. 169-170
Marco
Orsi è il responsabile nazionale della rete “Senza zaino. Per una scuola
comunità” di Lucca.