Io
son pienamente convinto che non è possibile distribuire i beni in maniera equa
e giusta, o che prosperino le cose dei mortali, senza abolire del tutto la
proprietà privata! Finché dura questa, durerà sempre, presso una parte dell’umanità,
che è di gran lunga la migliore e la più numerosa, la preoccupazione
dell’indigenza, col peso inevitabile delle sue tribolazioni.
E’
sicuro che far sparire del tutto la miseria non è possibile; ma ben la si
potrebbe alleviare un pochino, bisogna ammetterlo. Evidentemente si potrebbe
stabilire che nessuno possegga al di là di una determinata quantità di terra, e
fissare per legge la ricchezza in danaro di ognuno; come si potrebbe per legge
evitare che un principe sia troppo potente o un popolo troppo insolente, poi
che non si aspiri alle cariche pubbliche per mezzo di brogli o di danaro, né
che si rendano necessarie grandi spese a chi le occupa, giacché gli si porge
occasione a rifarsi economicamente per mezzo di frodi e rapine, e si sente poi
il bisogno di dar quelle cariche a ricchi, mentre dovrebbero esser rivestite
dai saggi.
Tommaso Moro,
L’Utopia, [1516], Bari-Roma 1993, p.
51-52