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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

domenica 11 dicembre 2011

25. UNA SCUOLA ORIENTATIVA - Francesco Callegari


“Quello che voglio sottolineare oggi è la responsabilità di ciascuno di voi nella vostra educazione. Ognuno di voi sa far bene qualcosa, ha qualcosa da offrire. Avete la responsabilità di scoprirlo. Questa è l’opportunità offerta dall’istruzione”.
Barack Obama, presidente degli Stati Uniti d’America

I
n un momento in cui tante ragazze e tanti ragazzi stanno per scegliere la scuola superiore che li accompagnerà durate i prossimi anni, sento di condividere con voi alcune riflessioni.
GLI AMBITI DELLA SCUOLA DI OGGI
Gli studi teorici, ma soprattutto l’esperienza di ogni giorno, concordano nell’assegnare alla scuola di oggi questi tre ambiti di intervento:
ü  Ambito della cultura. Conservare lo specifico patrimonio culturale che ci viene dal passato affinché non vada disperso (trasmissione della conoscenza).
ü  Ambito della cittadinanza attiva. Preparare al futuro, introducendo i giovani alla vita adulta, fornendo loro quelle competenze indispensabili per essere inseriti all’interno del contesto economico e sociale in cui vivono.
ü  Ambito dell’identità personale. Accompagnare e sostenere l’allievo lungo il percorso di ricerca del senso e di costruzione della sua identità personale.
Durante gli otto anni di scuola del Primo ciclo, ciascun allievo ha appreso le basi del sapere e ha avuto accesso ai temi fondamentali della cultura. Ha imparato a leggere e a scrivere; ha provato la soddisfazione nel comprendere un testo nella propria lingua o in una lingua diversa dalla propria; ha scoperto le profonde qualità del numero e delle sue combinazioni nel calcolo; ha indagato la bellezza nell’arte e ha provato a riprodurla; ha preso consapevolezza del proprio corpo e delle sue potenzialità motorie; il suo cuore ha vibrato in sintonia con musiche e suoni che lo hanno preso e portato lontano, magari dentro di sé; ha sperimentato i segreti della natura e della tecnologia e tra le sue mani si sono verificati piccoli miracoli; è stato trasportato in altri mondi, in altre culture, in altre credenze e in altri tempi.
Vivendo giorno per giorno con compagni, docenti e personale della scuola, ciascun allievo ha acquisito anche le competenze chiave per l’esercizio della cittadinanza attiva: ha potuto stabilire relazioni, ha provato emozioni, paure, sfide che lo hanno portato a riconoscersi come donna e come uomo facente parte attiva di una comunità. 
Ma, ed è forse la cosa più importante, ciascuno, in questi anni, è stato accompagnato lungo un percorso difficile e allo stesso tempo affascinante: il viaggio verso la conoscenza di se stesso. Le lingue e la letteratura, la poesia, l’arte e la musica, la scienza e lo sport, la matematica e la tecnica non vengono proposte nelle nostre scuole come fine a se stesse, ma tutte utilizzate come strumenti per consentire a ciascuno di trovare il proprio “oriente”.

UNA SCUOLA ORIENTATIVA
Nell’Atto di indirizzo per il 2012, il Ministro dell’Istruzione sottolinea tra l’altro la necessità di sostenere le scuole nella loro azione di orientamento dei giovani per quanto riguarda sia la prosecuzione degli studi sia il loro ingresso nel mondo del lavoro, favorendo la consapevolezza delle loro attitudini e potenzialità.
Questo principio cardine deve essere tenuto presente lungo tutti gli anni della scuola dell’obbligo e non solo in terza media: la persona scopre le proprie attitudini e le proprie potenzialità gradualmente, fin dal primo giorno di scuola. Se il fine ultimo dell’educazione è comunque quello di accompagnare l’allievo lungo il cammino che lo porterà a realizzare il suo progetto di vita, compito della scuola diventa quello di predisporre le condizioni che consentano alle ragazze e ai ragazzi di diventare soggetti capaci di scelte libere e decisioni responsabili. Solo così, l’orientamento può diventare un processo funzionale alla costruzione del progetto di vita. La scelta della scuola dopo la terza media dovrebbe diventare la naturale conclusione di un percorso di riconoscimento personale condotto negli anni.
MODALITA’ UNICHE E INSOSTITUIBILI
Per realizzare questo scopo, la scuola di oggi non può più essere un semplice veicolo di trasmissione del sapere: per ciascuna disciplina, ormai, la mole di conoscenza specialistica è tale da scoraggiare qualunque tentativo di approccio sistematico. D’altra parte, tali e tanti sono i serbatoi di dati facilmente accessibili da rendere altrimenti utile la funzione della scuola oggi. All’interno di questa visione, la scuola mantiene però alcuni caratteri che le sono propri e che molto difficilmente potranno essere sostituiti:
L’approccio personale. A fronte di tante ragazze e tanti ragazzi con bisogni diversi, ciascun docente è in grado di adattare in tempo reale il proprio lavoro adeguandolo alle diverse intelligenze e ai diversi ritmi di apprendimento, consentendo così a ciascun allievo di ottenere i migliori risultati possibili. L’attenzione costante ai bisogni reali dei ragazzi, con l’implementazione di strumenti metodologici e strategie didattiche per soddisfarli, è una competenza peculiare che richiede sensibilità, ma anche grande professionalità. Difficilmente una macchina sarà in grado di sostituire l’opera del docente in presenza.
La varietà della proposta. Mai e in nessun luogo come nella scuola, i ragazzi possono beneficiare di un’offerta formativa tanto continua e competente. Il ventaglio di discipline spazia tra i diversi rami del sapere e consente a ciascuno di “provare sul campo” le proprie attitudini e i possibili interessi cui potrebbe dedicarsi durante la propria vita lavorativa. Ma per fare un’esperienza significativa, è necessario che la proposta venga progettata e dosata da una équipe di esperti, altrimenti si corre il rischio di disperderci, come spiega bene Enzo Bianchi:
“Ognuno ha una sua via e, sceltala, deve perseguirla con risolutezza, abbandonando la concezione della vita come accumulo di esperienze diverse: la decisione deve essere forte e risolutiva, senza tributi pagati al mito delle esperienze diverse e molteplici che produce solo dilettantismo. Qualunque sia la via scelta, se essa è la propria via e la si persegue con fedeltà e perseveranza, alla fine si conosce la gioia, la bellezza, la pienezza” (Enzo Bianchi, prefazione a M.Buber, Il cammino dell’uomo, Comunità di Bose 1990, p. 9).
Questa posizione decisa può essere certamente foriera di grandi risultati personali, ma richiede una costante attenzione e una cura prolungata a favore del singolo alunno che deve essere aiutato a trovare “la propria via” già a partire dai primi anni della vita scolastica. E grande risulta essere al proposito anche la responsabilità delle famiglie nel sostenere il lavoro dei docenti.
Il metodo. Non è facile affrontare e maneggiare efficacemente la massa di dati che costantemente ci investe, tanto più se non ne comprendiamo l’utilità immediata. Infatti, un’informazione potrà essere assimilata e mantenuta nel tempo solo se per noi assume senso e significato, altrimenti tutto scompare nel giro di un’interrogazione o di una verifica. In questo ambito, la scuola aiuta ciascun ragazzo a trovare un metodo che gli consenta di discernere ciò di cui ha bisogno e sappia poi integrare la nuova informazione nella propria struttura cognitiva.
CRITICITA’ E AREE DI MIGLIORAMENTO
A fronte di tanto impegno sul versante delle conoscenze e delle abilità, dobbiamo però evidenziare quanta scarsa attenzione il nostro sistema scolastico ponga a tutti quegli aspetti pratici e operativi verso i quali parecchi ragazzi sono principalmente, se non esclusivamente, portati. Una delle cause di dispersione scolastica risulta essere proprio la disattenzione nei confronti di quelle intelligenze pratiche che non trovano modalità di espressione nell’organizzazione scolastica attuale. E’ un argomento su cui riflettere. Ne riparleremo.
METTERCI DEL PROPRIO
Tutte le risorse umane e materiali che la scuola mette in campo non servono però a nulla se l’allievo non ci mette del suo. E’ questo che Barack Obama chiede ai giovani americani: una manifestazione di impegno che dimostri come ciascuno si debba sentire responsabile del proprio futuro e di quello della propria nazione.
E’ un auspicio che facciamo anche nostro con l’augurio che la nostra scuola diventi sempre più luogo di consapevolezza personale e di gruppo. La strada che percorreremo sarà allora la “nostra” strada.
Buon cammino a tutti.
Francesco  Callegari - Dirigente Scolastico
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