Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

NEWS

Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

venerdì 18 novembre 2011

FIORI DI LUCE - Tiziano Terzani

Foto di Tiziano Terzani
La scienza è un importante strumento della conoscenza. L'errore è ritenere che sia il solo. Se l'Occidente fosse meno ossessionato da ciò che crede essere «obbiettivo» e studiasse il mondo esterno più come l'Oriente ha studiato quello interiore, cioè come punto di incontro fra obbiettivo e soggettivo, forse finiremmo tutti per capire di più di tutto.
Voler provare scientificamente certi fenomeni umani, come quelli extrasensoriali, è semplicemente impossibile, perché nel fatto stesso di voler essere «scientifici», cioè obbiettivi, si nega quell'aspetto emotivo e spirituale che è esattamente la ragione di questi fenomeni. Non è un caso che il limite della grande scoperta di Freud sia stato il suo non aver tenuto di conto dell'aspetto spirituale dell'uomo, come se davvero il «bisogno di dio» fosse una funzione biochimica del nostro cervello; tesi questa oggi sostenuta da alcuni scienziati americani. Non è stato ugualmente un caso se Jung, che pur sentiva quel bisogno, era molto preoccupato di dare l'impressione d'aver saltato il fossato, di non essere più nel regno della scienza e con questo di non essere più preso sul serio.
Perché è così: gli scienziati pensano che lo strumento con cui operano dia loro un'autorità e al limite anche una moralità che nessun altro può reclamare. Ma la scienza di per sé non ha né questo né quello; la scienza non è né negativa, né positiva. Tutto dipende dall'uso che se ne fa. Gli orientalissimi cinesi scoprirono per primi il potere della polvere da sparo, ma la usarono per fare i fuochi d'artificio e per rischiarare l'oscurità della notte con fantasmagorici fiori di luce colorata. Noi occidentali arrivammo alla polvere da sparo un po' dopo i cinesi, ma ne facemmo subito uno strumento di guerra, un modo per uccidere, da lontano e senza sporcarsi le mani, più gente possibile.
È cosi difficile immaginare un mondo in cui la scienza sia al servizio dell'uomo? Una scienza che non sfrutti la natura, ma che ci aiuti a vivere in armonia con la natura? È davvero utopico immaginare una civiltà in cui le relazioni fra gli uomini siano più importanti dell'efficienza e del progresso materiale?
Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra, p. 254-256
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...