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sabato 14 maggio 2011

LE SORPRESE DEL DESTINO - Alessandra Graziottin


«Gli dei ci creano tante sorprese: l’atteso non si compie e all’inatteso un dio apre la via».
Questo sosteneva nelle Baccanti Euripide, poeta tragico greco, vissuto circa 2500 anni fa. Euripide coglie una dimensione sostanziale dell’esistenza. Entrambe le dimensioni della sorpresa richiedono grande flessibilità, duttilità, adattabilità: sono un test di capacità di adattamento alla vita e, alla fine, di successo. Se per successo intendiamo la capacità di lasciar andare cose, progetti, amori che, pur desideratissimi, non si compiono, senza cristallizzarsi nel rimpianto di ciò che non si è ottenuto, e la capacità in parallelo di saper cogliere quelle opportunità, quegli incontri, quei momenti magici che a volte possono cambiare in meglio la vita, portandola a maggiore pienezza e soddisfazione.
In un certo senso, la capacità di adattarsi alle sorprese è quello che alcuni amici ebrei americani definiscono “survival skills”, abilità che aiutano a sopravvivere. In senso fisico, ed è un vero sopravvivere a guerre, deportazioni, carestie, abusi e tradimenti di ogni tipo, e in senso affettivo, professionale, morale, esistenziale. L’“atteso che non si compie” è il nucleo duro della depressione, che può essere scatenata dai più vari eventi, il cui denominatore comune è la perdita di ciò che più era atteso, appunto, e perciò desiderato. Quando non si è capaci di andare oltre la perdita, per quanto questo sia duro, difficile, faticoso e doloroso, si disperdono tonnellate di energia vitale nel rimpianto. Tutti abbiamo una lista di cose, progetti, sogni irrealizzati e irrealizzabili: vive meglio chi fa dell’atteso un sogno negoziabile, un obiettivo fungibile, un’aspettativa che, se pur fortissima, può essere riconsiderata e perfino abbandonata, senza ulteriori rimpianti. […]
È saggio chiedersi, di tanto in tanto, se sappiamo mantenere la flessibilità interiore necessaria per saper perdere ciò che non si compie, e restare aperti, anche a 80 anni, all’inatteso che può ancora illuminare la vita. Alle sorprese, piccole e grandi, che dovrebbero farci dire, come Alice nel Paese delle Meraviglie: «Chissà che cosa mi succederà di bello oggi...». Forse non sarà un inatteso rivoluzionario, ma i giorni ricchi di minute sorprese apprezzate e assaporate, alla fine, fanno una vita luminosa, con tante piccole stelle a illuminare con grazia le notti e i sogni.


Tratto da Il segreto del successo? La capacità di adattarsi alle sorprese del destino, di Alessandra Graziottin, Il Gazzettino, lunedì 9 Maggio 2011
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