Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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giovedì 30 agosto 2018

LA CONSEGNA DEL LAMPIONAIO - Francesco Callegari


Viaggiando nello spazio, il Piccolo Principe scende in un minuscolo pianeta dove incontra il Lampionaio, un uomo che ha il compito di accendere e spegnere l’unico lampione. Questa consegna, apparentemente semplice e chiara, meccanica e ripetitiva, risulta però talmente rigida da non cambiare neppure quando le condizioni esterne variano a tal punto da renderne quasi impossibile l’esecuzione. Il mondo gira sempre più velocemente, ma al Lampionaio è chiesto di rispettare comunque la consegna, trovando i modi e le strategie affinché il lampione sia acceso quando serve e sia spento quando non occorre più. Solo e isolato, il Lampionaio si ritrova a essere l’unico responsabile dell’operazione che garantisce luce e sicurezza a tutto il pianeta. Questo onere lo spinge a condurre affannosamente il suo lavoro, ad agire senza mai trovare un attimo di pace.

Una volta, questo mestiere era ragionevole: si accendeva il lampione di sera e lo si spegneva al mattino, avendo il tempo per riposare. Ora che il pianeta fa un giro al minuto, le cose sono diventate molto più complicate e il Lampionaio non ha più tregua, mentre avrebbe tanto bisogno di coricarsi.

Al Piccolo Principe, quest’uomo fedele al compito, ma stanco da morire, fa pena. Sente di amarlo e, nella sua sfortuna, vorrebbe aiutarlo. Tra tutti i personaggi incontrati nel suo viaggiare, questo è il solo che non gli sembri ridicolo e di cui avrebbe potuto diventare amico. Forse perché è l’unico che spende il suo tempo per gli altri e non per se stesso. 

La metafora del Lampionaio rappresenta bene la figura del Dirigente scolastico e aiuta a comprenderla nei modi in cui è vissuta oggi. Allo stesso modo in cui ricade sul Lampionaio la completa responsabilità della luce del pianeta, così nessuna scuola italiana può rimanere nemmeno per un giorno senza un titolare cui attribuire ogni responsabilità, civile, penale, morale, amministrativa... per tutto ciò che succede in una struttura che in molti casi presenta le dimensioni di un piccolo comune e conta il personale di una media azienda.

Non servono tante parole per descrivere la tensione sopportata da quello che ormai può essere considerato l’anello debole della catena. Con un’immagine potente e significativa, il poeta polacco Stanisław Jerzy Lec mette tutti in guardia dicendo che l'anello più debole è anche il più forte, perché è quello che spezza la catena.

Anche il Muro di Berlino è caduto. E nessuno se l’aspettava.
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