Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

mercoledì 28 dicembre 2016

STUPORE – Leonardo Lucco


Questo è il sessantesimo Natale che percorro e in questi giorni ho pensato molto al fatto che non mi coinvolge più.  Tutto mi sembra vecchio, trito e ritrito. Al lavoro tutti i clienti devono finire entro Natale quello che si è iniziato da tempo, serpentoni di auto corrono da un centro commerciale all’altro per regali che non vengono in mente e una strana frenesia si impossessa anche di persone normalmente tranquille.
Era così anche per i Natali che ho trascorso?
Da piccolo, il Natale era la Messa di mezzanotte con luci soffuse e cori di Astro del ciel e Adeste Fideles. Al mattino lo stupore di regali che non immaginavo e poi l’odore dei mandarini e quel gran lusso dei bagigi. Tutto era permeato di una magia che il diventare adulto ha a poco a poco scemato.
Quello che vagava nei sogni e nel pensare era solo mio e a volte diventava reale, che Magia!
Se penso oggi a cosa desidero, faccio fatica a focalizzare un oggetto o un sogno, mi sembra di avere tutto e forse non ho niente, ma un niente che mi piace.
Come regalo di Natale vorrei riavere i miei sogni e attraversarli senza ostacoli e cattiverie.
Vorrei ritrovare lo stupore di un dono inaspettato e gli odori dell’infanzia.
Per Natale vorrei mandare un bacio a tutte quelle persone che in una vita sembrano sullo sfondo, i miei zii che non ci sono più, che arrivavano con verdure dell’orto e due salami (sai ne abbiamo fatto in più quest’anno), quando eravamo solo la Mamma e Licia e Mauro e da poco papà ci aveva lasciato. I miei nonni che ho conosciuto poco e poi tutte quelle persone che incontro e che hanno un piccolo gesto gentile, un sorriso, quell’umanità “normale” che sorregge tutti.
Sono tante piccole stelle anonime del firmamento e ti accorgi di loro solo quando si spengono, ma nella mappa del creato rimangono intorno a te.
E poi un caloroso Buon Natale agli amici che spesso non si vedono ma si sentono, stendi una mano di fianco e li tocchi, anche se non sono lì.
Buon Natale, Leonardo (o, come nei sogni di bambino, Nano).

Leonardo Lucco

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