Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

lunedì 26 settembre 2016

L’ACCETTAZIONE – Christophe André


Nella pratica, l’accettazione consiste nel dire mentalmente sì a qualcuno che è in disaccordo con noi; non sì alle sue argomentazioni (“Sì, ha ragione”), ma sì, invece, all’esistenza delle sue argomentazioni e del suo disaccordo (“Sì, vedo che non è d’accordo”), continuando ad ascoltare per capire, prima di contraddire.
Significa dire sì alla sconfitta, senza però sottomettersi; sì alle avversità, perché ci sono, ma senza abbassare la testa. Accettare vuol dire prendere il tempo necessario per esaminare ciò che accade; il tempo di respirare, in modo da capire e sentire, prima di decidere cosa fare.
L’accettazione non è mai al posto dell’azione, ma prima: prima di scegliere l’azione adeguata. La vera scelta. Senza accettazione avremmo solo azioni impulsive, che ci indurrebbero a muoverci sempre nello stesso modo, nella stessa direzione.
Che rapporto ha tutto ciò con la felicità? E’ semplice: l’accettazione ci libera da molti conflitti inutili. Conflitti contro il mondo fuori di noi, che ci sfiniscono, in cui faremmo meglio a mollare la presa; e conflitti dentro di noi, perché cercare di opporsi al reale (“No, non è possibile!”, “No, non è vero!”, “Forse è solo un brutto sogno!”) non fa che logorarci.
Christophe André, E non dimenticarti di essere felice. Esercizi di psicologia positiva, Mondadori, Milano 2015, p. 26-27


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