Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

lunedì 20 gennaio 2014

15. UN’ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA DELL’ALTRO MONDO – Anna Chiara Fontana



San Cristobal de las Casas - Chiapas
Forse sembreranno banalità ma fanno parte di un sistema diverso, in cui ai bambini si chiede se sono d’accordo rispetto alle attività proposte e li si ringrazia quando fanno qualcosa che gli viene chiesto di fare, anche raccogliere i colori che hanno fatto cadere loro.
Poi, per far vedere la scuola a Maya, facciamo un giro e passiamo dal gruppo dei grandi e da quello dei mediani e chiediamo loro quanti siano, infine andiamo in giardino a raccogliere le foglie per un’altra attività e di ritorno in classe questo diventa un problema per casa: quanti bambini e bambine ci sono nella scuola?
E tutto segue in un fluire che sarebbe impossibile programmare e infatti viene da sé, dalla volontà di far in modo che tutto diventi apprendimento, ma anche dal rispetto per i tempi dei bambini, per cui dopo aver scritto si fa un gioco da cui poi nasce l’attività successiva.
L’obiettivo di questi primi giorni è che si formi il gruppo, quindi ci contiamo, ci nominiamo, ci descriviamo, scriviamo i nostri nomi sulle foglie che abbiamo disegnato prendendo spunto da quelle del giardino e le usiamo per segnare le presenze, poi diamo un nome al gruppo che, per elezione popolare, si chiama “Stelle e lune diamante”.
Si respira un’aria calma di rispetto reciproco in questa scuola, nessuno urla e se qualche bambino alza la voce sono gli altri a chiedergli se per piacere può abbassare il tono. Questi bambini sanno giocare tutti insieme mettendosi d’accordo su ogni cosa senza litigare e sono sempre rimandati alle loro responsabilità. Ogni scelta è una loro responsabilità. Se qualcuno all’assemblea mattutina inizia a disturbare, semplicemente viene richiamato al motivo per cui ci si trova lì e può sempre scegliere di andarsene.
Tutto si decide a maggioranza e chi non è d’accordo, se non accetta, esce dal cerchio tranquillamente. A volte restano, pur un po’ irrequieti, altre volte lasciano il gruppo e aspettano che termini l’assemblea o un’altra accompagnante li porta con sé.

In cerchio la prima cosa che si fa è chiedere “come stai?” e le risposte “bene” o “male” vengono sempre rese più esplicite; poi si ascoltano altre esigenze e si fa un gioco, un canto o si lascia spazio ad un momento di spiritualità prima di dividersi nelle classi o nei saloni, come vengono detti qui, per le attività di scrittura o matematica. 
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