Spesso
l’incapacità di perdonare ci priva di numerosi momenti felici. Non parlo dei
casi in cui il perdono è oggettivamente difficile, quando per esempio siamo
aggrediti in modo violento o un nostro congiunto subisce un torto irreparabile.
Parlo dei micro perdoni quotidiani: una frase malaccorta, un rifiuto, un
errore, ecc.
Perdonare
non significa cancellare ciò che ci è stato fatto, ma solo decidere di non
restare prigionieri del risentimento, di non prolungare il nostro dolore, di
non crearci con le nostre mani motivi di sofferenza. Aggrapparsi all’offesa
vuol dire aggrapparsi alla sofferenza.
Si
può benissimo perdonare qualcuno senza riconciliarci con lui, limitandoci a
dire a noi stessi: “Basta, è passata, non intendo vendicarmi o punirlo”.
Christophe
André,
E non dimenticarti di essere felice,
Mondadori, Milano 2015, p. 251.