Fra un mese è Natale.
Sapendo il significato di questa “festa”, nella nostra storia occidentale, al
di là dello scivolamento consumistico degli ultimi decenni, cioè di una “festa”
nata da un valore fortemente religioso che ha fatto crescere in tutti, al di là
delle stesse convinzioni religiose, valori universali di fratellanza e
solidarietà, credo sarebbe bello che in tutte le classi, per vostra iniziativa,
ci fosse un piccolo presepe, magari con un piccolo albero di Natale. Un presepe
ed un albero in ogni classe, piccoli segni-simboli.
Sappiamo tutti del
momento difficile che stiamo vivendo, per gli attentati e la minaccia terroristica.
Riaffermare dunque i valori-base attraverso questi piccoli segni-simboli,
valori che sono il cuore della nostra cultura, religiosa e civile, (una cultura
“nostra” nel suo valore universale), specialmente in questo momento, penso sia
il modo migliore per aiutarci a non rassegnarci alle logiche della paura, del
terrore, del sospetto, della prevaricazione. In tutti i sensi.
Qual è il valore del
Natale, anche in senso civile? Quello cantato in una vecchia canzone di Renato
Zero: “La vita è un dono”. Non ci sono economicismo ed utilitaristico che
tengano, di fronte al dono della vita.
Un verso, poi, di una
canzone di Biagio Antonacci (“Ti dedico tutto”) ci dice anche come reagire di
fronte a questo momento storico: “Il mestiere si impara, il coraggio ti viene,
il dolore guarisce, la tempesta ha una fine, ma diverso è sapere la cosa più
giusta, siamo naufraghi vivi in un mare d’amore”.
Credo sia sempre
utile, infine, quanto ricordato tempo fa da Maurizio Crozza: nel presepe c’è
una coppia di immigrati, senza documenti, senza casa, quindi clandestini, con
Maria che aspetta il figlio di un altro, che vanno ad occupare una capanna
abusivamente...
Sappiamo che la
convivenza richiede regole, reciprocità, rispetto, tolleranza, libertà responsabile,
solidarietà, ecc.. Ma, forse, dovremmo tutti imparare, oltre tutto e tutti, che
“la cosa suprema, che si può conquistare nella vita, è non voler possedere
nulla. Neppure in amore” (Ernst Wiechert). Il vero senso universale del Natale.
Giovanni Zen,
dirigente scolastico