Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

NEWS

Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

martedì 10 novembre 2015

LE ETICHETTE – Ruth Bebermeyer


Non ho mai visto un uomo pigro:
ho visto un uomo che non ha mai corso
mentre lo stavo guardando, ed ho visto
un uomo che talvolta faceva un sonnellino tra pranzo e cena,
e che rimaneva a casa in un giorno di pioggia,
ma non era un uomo pigro. Prima di chiamarmi pazza,
pensateci, lui era un “uomo pigro”
o faceva soltanto cose che definiamo “pigre”?
Non ho mai visto un bambino stupido;
ho visto un bambino che talvolta ha fatto
cose che non ho compreso
o cose in modi che non avevo previsto;
ho visto un bambino che non aveva visto
quegli stessi luoghi dov'ero stata io,
ma non era un bambino stupido.
Prima di chiamarlo stupido,
pensateci, lui era un "bambino stupido"
o soltanto sapeva cose diverse da quelle che sapete voi?
Ho guardato il più intensamente possibile
ma non ho mai visto un cuoco;
ho visto una persona che mescolava
ingredienti che poi avremmo mangiato,
una persona che girava una manovella
e sorvegliava il forno che cuoceva la carne,
ho visto queste cose ma non ho visto un cuoco.
Ditemi, se guardate, vedete un cuoco
o qualcuno che fa delle cose che chiamiamo cucinare?
Quello che alcuni chiamano pigro
altri lo chiamano stanco o bonario,
quella che alcuni chiamano stupidità
altri la chiamano soltanto una diversa conoscenza.
Così sono giunta alla conclusione,
che se non mescoliamo ciò che vediamo
con quella che è la nostra opinione,
ci salveremo dalla confusione.
E questo, io lo so è ancora soltanto la mia opinione.

Ruth Bebermeyer, tratto da Marshall B. Rosenberg, Le parole sono finestre [oppure muri], Introduzione alla Comunicazione Nonviolenta, Edizioni Esserci, Reggio Emilia 2003, p. 49-50.


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...