Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

sabato 22 febbraio 2014

IL MAESTRO E IL LIBRO - Marcel Prévost (1862-1941)


A prima vista, queste due forme di insegnamento si somigliano: un maestro è un libro che parla; un libro è un maestro che, per quanto silenzioso, comunica il suo pensiero.
Maestro e libro appaiono al principiante come sostegni permanenti del suo sforzo: l’uno assume la parte di guida, l’altro quello di carta stradale per il viaggiatore.
Maestro e libro suggeriscono, d’altra parte, l’ordine al neofita. Ebbene, un maestro e un libro, si suppone che posseggano in modo essenziale il dono dell’ordine e la facoltà di imporre quest’ordine all’alunno, in maniera quasi insensibile e, in ogni caso, niente affatto penosa.
Scegliendo un libro e prendendo un maestro, noi facciamo un atto di fede nel loro metodo e sacrifichiamo provvisoriamente il nostro ordine (se ne abbiamo) al loro, e se poi non ne abbiamo, li incarichiamo di averne uno per noi. Ancora una volta, il maestro e il libro non sono che agenti per aiutare la nostra volontà, il nostro metodo, la nostra pazienza.
Un esame più approfondito dell’insegnante e del libro ci mostrerà che questi due agenti non possono stare l’uno senza l’altro. Chi non ha mai imparato se non con dei maestri, trascurando i libri, è per solito altrettanto male istruito quanto l’«autodidatta» che conversa di scienza soltanto con delle pagine stampate, perché ciascuno di questi mezzi d’apprendere corrisponde in noi a delle facoltà diverse.
Tutta l’arte dell’imparare si restringerà così a trarre giudiziosamente vantaggio dal maestro e dal libro, senza che il loro intervento sopprima la nostra facoltà d’invenzione.
Marcel Prévost, L’arte dell’imparare, Bari 1931, p. 48-51 passim


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