Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

venerdì 8 novembre 2013

3/4. LA SCUOLA INSEGNI A VIVERE - Edgar Morin


Effettivamente, essere specialista di tutto è essere specialista di niente. Raymond Aron, mi sembra, diceva che il proprio del lavoro di uno specialista è sapere tutto su un dominio estremamente ridotto, cioè pressoché niente. Delle due cose, l'una: o si ha una mancanza di conoscenze precise, o una conoscenza talmente precisa che alla fine non ha alcun interesse.
In effetti, bisogna partire dal problema della conoscenza. Se si ha un'informazione, ma si è incapaci di situarla nel suo contesto (frammentato attraverso le discipline), si arriverà per forza a un'informazione senza interesse. Si è d'altronde obbligati a contestualizzare senza posa - il proprio della storia è di essere una scienza che contestualizza gli eventi. Come uscirne? Alcune risposte sono già state date, attraverso raggruppamenti scientifici. Prendiamo l'esempio dell'ecologia, scienza fondata sull'idea di ecosistema, ma che riguarda molte discipline. In un dato ambiente, l'insieme degli esseri viventi, vegetali, animali, i microbi ecc... costituisce un'organizzazione spontanea, a sua volta collocata in una data cornice fisica, geografica e meteorologica. pertanto, l'ecologo, che si interessa ai meccanismi della formazione e delle disfunzioni degli ecosistemi, possiede conoscenze varie ma incomplete. Dovrà dunque chiedere l'aiuto del botanico, dello zoologo ecc... Lo stesso per le scienze della terra: la meteorologia, la vulcanologia, la sismologia, la geologia sono state separate fino al momento in cui si è scoperta la tettonica a placche. Avendo dimostrato da allora che la terra è un sistema funzionale molto complesso, ci si è impegnati a riunire queste differenti materie.
Tratto da Avvenire, 25 ottobre 2013


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