Il discorso della
non violenza è oggi recepito da tutti: è chiaro, semplice e potreste veramente
con la sua dinamica cambiare la faccia della terra.
Parlate molto oggi
di diritti dell’uomo ed è giusto.
Il primo diritto
dell’uomo è di non essere violentato da nessuno, di essere lasciato in pace.
Il discorso è di un’ampiezza
biblica e dovete viverlo fino in fondo.
Intanto diciamo
subito che incomincia da lontano, molto lontano.
La non violenza
riguarda innanzitutto la natura, i cieli, i mari, le miniere, i boschi, l’aria,
l’acqua, la casa.
Sono le prime cose
da non violentare e purtroppo è un peccato che avete commesso largamente e non
so se riuscirete a salvarvi.
Avete violentato le
foreste, sporcato i mari, saccheggiato ogni cosa come dei banditi.
Non c’è limite alla
vostra prepotenza sulla natura.
Se ci fosse un
tribunale del cielo, del mare e delle miniere sareste tutti o quasi tutti
condannati a morte.
Ma forse c’è questo
tribunale, anche se invisibile; difatti incominciate a pagare.
L’aria diventa
irrespirabile, il cibo si fa cattivo, il cancro vi attacca con precisione.
Ora che avete quasi
tutto distrutto mi avete nominato il santo della difesa ecologica, ma è un po’
tardi, dovete ammetterlo.
Non so cosa potremo
fare.
Il male è che a
governare sono sempre gli stessi: i potenti, i ricchi, i politici di mestiere.
Provate a mettere
al governo i piccoli, i semplici, i poeti.
Ma chi crede ai
poeti!
Fatevi governare da
coloro che sono ancora capaci di guardare di notte le stelle o di passare un’ora
a contemplare uno scarafaggio sotto una foglia secca nel bosco e a sognare
dietro una lucciola in un campo di grano a maggio.
Questi vedrebbero
meglio i problemi degli uomini, per lo meno non compirebbero tante nefandezze.
Siete arrivati a un
limite insostenibile e non avete ragione a lamentarvi: siete degli incoscienti.
Continuate a
fabbricare macchine che vi consumano materie prime e immensi capitali e non
date il minimo aiuto a chi lavora in campagna dove sta la vera ricchezza del
mondo e dove tutto va in rovina.
Fabbricate laureati
che resteranno disoccupati, annoiati e sfiduciati in città e non cercate di
formare giovani che amino il lavoro costruttivo, semplice, artigianale,
agricolo e che prima dei soldi amino un oggetto ben fatto o un pezzo di pane
integrale.
Il vostro errore di
fondo è quello di mettere il denaro in cima alla scala dei valori invece di
mettervi la verità e l’amore.
Fate della terra un
giardino e il giardino vi darà ciò che cercate: il pane e la pace.
Ma ora capisco che
sto dicendo ancora cose da “fioretti” che vi faranno solo sorridere e in cui
non crederete.
Sono un sognatore.
Sono Francesco d’Assisi.
Carlo
Carretto,
Io, Francesco, Assisi 1980, p.
144-150