Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

giovedì 12 aprile 2012

CAMMINARE DAPPERTUTTO - Tomas Espedal


L’AUTORE

Tomas Espedal è uno scrittore norvegese. Ha debuttato nella narrativa di viaggio nel 1988, pubblicando alcuni romanzi e racconti molto apprezzati dalla critica. Il suo Camminare è stato candidato al Nordic Council’s Literary Award.
LA TRAMA
Il mondo è silenziosamente percorso da camminatori. Individui che camminano per la loro felicità, oltre che per andare da un luogo all’altro. Sono sempre esistiti, anche se non tutti pienamente consci di esserlo; alcuni erano e sono anche poeti, scrittori, filosofi, artisti. Tomas Espedal è uno di loro. Per lui camminare, pensare, scrivere fanno parte di uno stesso ciclo vitale che si ripete incessante nel suo destino.
Che si tratti di camminare per una città come Parigi, della dolce campagna norvegese o dei sapori forti della Turchia, il viaggio inizia con un imperioso richiamo interiore, e prosegue a fianco di amici vivi o scomparsi, della memoria di compagni illustri come Rousseau o Rimbaud, di amori finiti o ancora da iniziare; passo dopo passo, con l’aiuto di paesaggi mozzafiato ma anche, e forse di più, del buio, ci si sente più vicini a sé e alle proprie sensazioni; e poi a un certo punto ecco l’altro richiamo, la nostalgia di casa e, una volta tornati, la gioia di camminare sui propri passi di tutti i giorni. Camminare, alla fine, è un modo di segnare un inizio e una fine, di dare ritmo e senso all’esistenza, anche nei pochi passi da casa all’emporio del quartiere.
DAL LIBRO
"Fin dove si può arrivare a piedi? Non lo so. Non ho ancora cercato di superare i miei limiti, ho sempre stabilito la meta in anticipo. Sono sempre andato più o meno lontano, ma sempre secondo un programma. Due mesi. Tre mesi, sì, ma poi sono tornato a casa, in treno o autobus, aereo o nave. In questo preciso momento della mia vita però non ho una casa. Ho un posto dove abitare, abito da solo, una stanza con un materasso per terra, una scrivania, una sedia, è tutto. Una sala d’attesa. Aspetto il cambiamento, no, aspetto una metamorfosi, qualcosa di nuovo, una nuova vita? Che cosa sto aspettando? Cominciano oggi, la nuova vita, le nuove possibilità, basta alzarsi in piedi e scuotersi di dosso la sabbia e il sogno, indossare un completo e issare lo zaino in spalla, partire, mettersi per la strada aperta."
Tomas Espedal, Camminare dappertutto (anche in città), Milano 2009, p. 107

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