Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

giovedì 9 febbraio 2012

LE COSE CHE SI ROMPONO – Calendario della Decrescita Felice


L’obsolescenza è l'invecchiamento di un oggetto  che lo porta al termine del suo ciclo di vita utile.
L'obsolescenza programmata è la progettazione di un prodotto affinché si rompa o non funzioni più in poco tempo. Ciò si può ottenere costruendo con materiali di qualità inferiore, con difetti appositi, e molto difficile da riparare.
Obsolescenza percepita: è un modo molto più subdolo per costringerci  a comprare un altro prodotto. Rendere prematuramente obsoleto un prodotto che ancora funziona, per immetterne sul mercato dopo poco tempo una nuova versione dotata di maggiori optional, preferibilmente dopo una adeguata campagna pubblicitaria che induca nel consumatore finale l’idea che la sua “vecchia versione” del prodotto sia ormai sorpassata ed inadeguata.
La grande macchina della pubblicità tiene in piedi l'obsolescenza percepita, ovvero ci fa sembrare che ciò che abbiamo sia vecchio e inadeguato, e ci fa sembrare indispensabili cose per noi inutili. Il meccanismo è semplice ci fa sentire inadeguati, dicendoci che non siamo felici perché non abbiamo certe cose.
E' etico, giusto, morale costruire o acquistare cose che si rompono subito o buttare cose ancora utilizzabili?
Direi proprio di no! Per costruire quelle cose abbiamo consumato risorse, abbiamo costretto persone, probabilmente nel terzo mondo a rinunciare alla propria felicità, sfruttandole nelle fabbriche, abbiamo consumato energie non rinnovabili, abbiamo intasato le strade per trasportarle, abbiamo inquinato per produrle e trasportarle. Abbiamo costretto i nostri amici e vicini a lavorare per vendercele. Dopo un istante effimero e falso di soddisfazione, le abbiamo tenute per un po’ e poi le abbiamo buttate!
Se le cose non si rompessero, o non le buttassimo perché la pubblicità ce le fa sembrare vecchie, ci servirebbero molti meno soldi, quindi dovremmo lavorare meno e avremmo più tempo per fare ciò che ci rende felici. 
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