Molti anni fa, quando ero adolescente, conoscevo un uomo piuttosto anziano, noto come il più saggio e il più erudito della città. Un giorno, tornando a casa dalla scuola, lo vidi seduto sul portico davanti alla sua casa e mi fermai per chiedergli come avesse conseguito la sua conoscenza enciclopedica. Egli rispose: “Quando avevo più o meno la tua età, fui fortunato. Avevo insegnanti meravigliosi, suppongo che li si sarebbe potuto chiamare alchimisti. Con il loro testardo ottimismo e molto duro lavoro trasformarono una materia grezza come me in, se non proprio oro, almeno in qualcosa di valido: mi convinsero che avrei potuto conseguire qualsiasi obiettivo mi fossi prefisso”.
Fece quindi una pausa, concentrò il suo anziano sguardo acquoso, per un po’ fissò l’orizzonte distante attraverso i suoi occhi blu e poi aggiunse: “Da allora ho fatto molte cose, incontrato gente di ogni tipo, strana e magnifica, letto tutto ciò che riuscivo a trovare, vissuto a lungo e prestato attenzione”.
Ci occorrono questi insegnanti-alchimisti, che non demordono mai, che guidano e ispirano tutti i ragazzi delle nostre scuole affinché essi possano fare molte cose, incontrare ogni tipo di persona strana e meravigliosa, leggere tutto ciò che riescono a trovare, vivere a lungo e prestare attenzione.
Thomas Gordon, Relazioni efficaci, p. 82
