Quello che vale per
gli insegnanti vale anche per gli studenti. La pratica dell'aiuto agli studi
dato dai più bravi a chi resta indietro o dagli studenti più adulti ai più
piccoli è un altro bell'esempio di - chiamiamola così - redistribuzione dei
talenti. Invito perciò gli studenti migliori a essere generosi e attivi nel
condividere quanto hanno imparato.
A voi ragazze e
ragazzi, dico nel modo più semplice e convinto : la sola risposta certa che si
può dare alle vostre preoccupazioni per il futuro, e sappiamo quali sono queste
preoccupazioni, su che cosa ci si interroga: "avremo lavoro e quale,
qualificato e soddisfacente oppure no, potremo avere un posto riconosciuto
nella società?", ebbene, la risposta certa a queste vostre domande è una
sola: formatevi e preparatevi nel miglior modo possibile. Ve ne deve essere
data, certo, la possibilità, dal sistema d'istruzione, dalle strutture
scolastiche, dalle politiche pubbliche. Ma almeno in parte, in buona parte,
queste possibilità oggi esistono in Italia.
Non così in tutto il
mondo, non dimentichiamolo. Ci sono paesi nei quali lo stesso poter andare a
scuola è una fortunata condizione della cui importanza noi qui ormai non siamo
più consapevoli. All'inizio di un anno scolastico capita di affrontare la
scuola con riluttanza, perfino come un pesante dovere, ma la scuola, il poter
studiare è soprattutto un grande privilegio. È bene non scordarsi che perfino
in Italia ci sono minorenni indotti a lavorare prematuramente. Altrove questo
fenomeno è ben più esteso e drammatico: addirittura bambini che invece di
andare a scuola sono reclutati come soldati, mentre in altri casi tanti bambini
si trovano in territori colpiti da disastri naturali o da sanguinosi conflitti.
Giorgio
Napolitano, Intervento alla cerimonia di inaugurazione
dell'anno scolastico 2013-2014, Roma, 23 settembre 2013