Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

sabato 4 febbraio 2017

UN MODO DIVERSO DI PENSARE - Robert H. Hopcke

                                                                disegno di Marie Cardouat

Eppure il contatto con persone di cultura non europea rivela l’esistenza di altri modi di pensare o di essere nel mondo. Gli indiani americani o i popoli appartenenti a culture asiatiche tradizionali (come i cinesi o i tibetani), considerandosi una semplice parte di una più vasta unità in cui tutte le esistenze sono collegate tra loro, percepiscono le loro azioni in maniera radicalmente diversa: non si ritengono individui che agiscono su un mondo separato e oggettivo, ma parti di una ragnatela di interazioni soggettive.
Per agire efficacemente all’interno di queste culture si richiede dunque la capacità di scegliere il momento più adatto, di analizzare il proprio atteggiamento, di sollecitare e di utilizzare il sostegno della comunità di appartenenza, e di comprendere, se possibile, la volontà divina. In esse sopravvive l’usanza di consultare le stelle o di recarsi dall’anziana del villaggio prima di compiere un passo decisivo; agire, seconda tale concezione, comporta un procedere umile e prudente.
Un simile modo di pensare, per cui l’esperienza individuale e soggettiva dell’interazione con il mondo è più importante del dominio individuale sull’ambiente ottenuto in base alla legge di causa ed effetto, determina uno stile di vita che “incorpora” senza sforzi le situazioni in cui il caso è significativo.
Robert H. Hopcke, Nulla succede per caso, Milano 2003, p. 32.


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