Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

lunedì 12 settembre 2016

46. I NUMERI PRIMI – Francesco Callegari


“Tutti i numeri primi sono dispari, ma non tutti i numeri dispari sono primi!”, acclamavano a gran voce le due prof di matematica mentre correggevano - non senza qualche sana controversia - le prove Invalsi dell’esame di terza media.
Al sentirle, mi è venuto in mente il famoso sillogismo di Socrate e mi sono perso nelle analogie con il nostro lavoro. Come funziona? Vediamo. “Tutti gli insegnanti sono bravi, Teresina è un’insegnante, dunque è brava”. Mmmmm… No, così non va, e non funziona nemmeno l’inverso, perché non tutti i bravi diventano insegnanti. Ma, sicuramente ce ne sono tanti di insegnanti bravi. Chissà se esiste una regola per trovarli, come per i numeri primi.
Provo a cercarla, passando in rassegna tutti i “numeri primi” che ho incontrato come studente, quelli che ho avuto come colleghi mentre insegnavo e quelli che incrocio ogni giorno come dirigente scolastico. Quali sono le caratteristiche degli insegnanti che rammento con gioia? Hanno qualcosa in comune? 
Al momento, non mi è chiaro. Provo allora a prendere la questione da lontano. Sono le lauree con 110 e lode, i master, i corsi, le specializzazioni o i libri pubblicati che mi convincono? Se ripenso alla maestra Antonietta, il primo “numero primo” che ho incontrato nella mia vita scolastica, più mamma che docente, devo certamente rispondere no.  E in prima media, il giovanissimo Alberto Abati, molto probabilmente ancora supplente, che arrivava in classe sempre in abito grigio e cravatta, con la sua cartella povera di carte, ma ricolma di tanta passione. E la professoressa Cristante di latino, donna minuta di fisico, ma grande di cuore. Questi, che ricordo ancor oggi dopo tanti anni, sono stati per me dei bravi insegnanti, anche se non erano dei luminari nella loro disciplina.
Sicuramente però erano delle belle persone. Spiegare cosa significhi esattamente essere una “bella persona” non mi è facile, ma sarebbe importante in quanto ci avvicinerebbe alla scoperta della regola dei “numeri primi” e avremmo un sillogismo che funziona così: “Tutti i bravi insegnanti sono belle persone, ma non tutte le belle persone sono insegnanti”. Se riusciamo a individuare le caratteristiche generali delle belle persone, questi caratteri apparterranno necessariamente anche a coloro che fanno parte del gruppo dei bravi insegnanti.
Carl Rogers, uno psicoterapeuta americano vissuto nel secolo scorso, scriveva:
 “Quando qualcuno ti ascolta davvero senza giudicarti, senza cercare di prendersi la responsabilità per te, senza cercare di plasmarti, ti senti tremendamente bene. Quando sei stato ascoltato e udito, sei in grado di percepire il tuo mondo in modo nuovo e andare avanti. E’ sorprendente il modo in cui problemi che sembravano insolubili diventano risolvibili quando qualcuno ti ascolta. Quando si viene ascoltati e intesi, situazioni confuse che sembravano irrimediabili si trasformano in ruscelli che scorrono relativamente limpidi”.
Ecco, questo è, più o meno, ciò che io ho provato, e provo tuttora, di fronte a persone che definisco “belle”. Sono persone che sanno ascoltare senza giudicare, che sanno mettersi nei panni degli altri, che sanno vedere le cose dal mio punto di vista e che, per questo, mi rispettano. Anche gli insegnanti che considero bravi, hanno tutti questa caratteristica comune: la capacità di ascoltare i propri allievi, mettersi nei loro panni, vedere le cose dal loro punto di vista. Ecco, cosa scriveva Jacob Levi Moreno, un importante psicologo di origine rumena:
E quando tu sarai vicino:
io prenderò i tuoi occhi,
e li metterò al posto dei miei,
e tu prenderai i miei occhi
e li metterai al posto dei tuoi.
Così io guarderò te con i tuoi occhi
e tu guarderai me con i miei.

La maestra Antonietta mi guardava attraverso i miei occhi. E io stavo bene con lei. E imparavo. Forse è questa la caratteristica di tutti gli insegnanti che hanno lasciato un segno in me.  
Auguro a tutti gli insegnanti di essere dei “numeri primi” per gli allievi che incontreranno quest’anno e in tutta la loro carriera.

Francesco Callegari
12 settembre 2016, inizio d’anno scolastico
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