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venerdì 13 marzo 2015

L’UOMO E IL SUO LAVORO – René Guénon (1886-1951)


Secondo la concezione profana e moderna, un uomo può dedicarsi a una professione qualsiasi, e anche cambiarla a suo piacimento, come se questa professione fosse qualcosa di puramente esteriore a lui, senza alcun reale legame con ciò che egli veramente è, cioè con ciò che lo fa essere se stesso e non un altro.
Nella concezione tradizionale, al contrario, ciascuno deve normalmente svolgere la funzione cui è destinato dalla sua stessa natura, con le attitudini che questa essenzialmente implica; e non può svolgerne un’altra, senza che ciò rappresenti un grave disordine che avrà una ripercussione su tutta l’organizzazione sociale di cui egli fa parte; peggio ancora, se un disordine del genere viene a generalizzarsi, i suoi effetti si ripercuoteranno sullo stesso ambiente cosmico, tutte le cose essendo legate tra loro da rigorose corrispondenze.

René Guénon, Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi, Parigi 1945, ed. it. Milano 1982, p. 61.