Voi volete la pace.
Non vi è nessuno che non voglia la pace.
Ma vi è comunque qualcosa
in voi che vuole il dramma, che vuole il conflitto. Può darsi che per ora non
siate in grado di rendervene conto. Forse dovrete aspettare una situazione
oppure un pensiero che faccia partire in voi una reazione: magari qualcuno che
vi accusi di questo o di quello, qualcuno che non vi riconosca, che invada il
vostro territorio, mettendo in discussione la maniera in cui agite, magari un
diverbio a proposito di soldi…
Potete in quel
momento sentire la potente ondata che si alza in voi, la paura, magari
mascherata dalla rabbia e dall’ostilità? Sentite la vostra voce diventare roca
o penetrante, o più alta o più bassa di qualche ottava? Potete essere
consapevoli della vostra mente che si slancia a difendere le sue posizioni, a
giustificare, ad attaccare, a ferire? In altre parole, potete in quel momento d’inconsapevolezza,
risvegliarvi? Potete sentire che vi è qualcosa in voi che è in guerra, qualcosa
che si sente minacciato e vuole sopravvivere a ogni costo, che ha bisogno del
dramma per confermare la propria identità come un personaggio vittorioso di una
produzione teatrale?
Sentite che vi è
qualcosa in voi che vuole avere ragione piuttosto che essere in pace?
Eckart Tolle,
Un nuovo mondo, Oscar Mondadori,
Milano 2010, p. 71