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sabato 27 aprile 2013

LE GEMELLE - Mariapia Veladiano



Le loro gemelle all’epoca avevano dieci anni e leggevano sempre. Scendevano a colazione con un libro che tenevano sollevato con la sinistra mentre bevevano il latte con la destra. Erano serie e ironiche. Belle e letterarie. Indossavano sempre vestiti uguali e, a dispetto di tutte le teorie pedagogiche, non si riusciva a immaginare che non fosse così.
Non si somigliavano nel fisico ma erano gemelle nella loro unica anima, e solo insieme sembravano restituire tutta intera l’immagine e somiglianza promesse nella Genesi. Si muovevano con lo stesso passo oscillato o scivolato, ora lasciando dondolare le braccia a un loro ritmo condiviso, ora completando l’una il discorso iniziato dall’altra con traiettorie che le mani disegnavano nell’aria, una trama che si intuiva intima, esibita solo per un traboccare di armonia, irresistibile esistere solo insieme. Avevano entrambe occhiali saggi e tondi e studiavano i loro genitori da dietro pagine sempre diverse. Spesso ce li spiegavano, i genitori.
- Beatrice, dov’è la mamma?
- Coltiva l’armonia domestica con il papà, - rispondeva Lucrezia al posto della sorella, alzando appena gli occhi dal libro.
I bambini ci leggono, qualche volta ci sottolineano.
Mariapia Veladiano, Il tempo è un dio breve, p. 36-37.