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mercoledì 5 dicembre 2012

UN FIUME IN PIENA - Raffaele Morelli



Il mondo cambia in continuazione, sempre più velocemente, e noi dobbiamo “filtrare” ogni giorno miriadi di avvenimenti. Ogni giorno riceviamo gli stimoli che, cinquecento anni fa, si ricevevano in un mese. Un tempo la vita era statica, e c’era poco da imparare. Si lasciava il mondo come nostro padre l’aveva lasciato a noi. Lo scorrere degli eventi era lento e ci si poteva adattare all’esistenza con maggiore facilità. Oggi non più. E se insistiamo a convogliare questo fiume in piena di stimoli in canali di interpretazione troppo stretti e obsoleti, finiamo per dare risposte standard, banali, inefficaci.

Il nostro modo di analizzare la vita è limitato; forse un tempo bastava, ma oggi non è più sufficiente. Probabilmente la nostra incapacità odierna di star bene funge da stimolo a cambiare, ad allargare la nostra visione del mondo. Bisogna imparare a “usare” il pensiero, lo sguardo, il cervello in modo nuovo, a utilizzare funzioni sino a oggi poco sviluppate.
Raffaele Morelli, L’unica cosa che conta, Milano 2010, p. 77-78