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lunedì 7 novembre 2011

IN VIAGGIO CON TIZIANO TERZANI - Francesco Callegari


Seguendo il filo rosso che si snoda lungo il giardino della consapevolezza abbiamo incontrato i pensieri umilmente grandi di papa Giovanni XXIII e quelli sgomenti del Capo delle Isole Samoa; abbiamo rivissuto l’esperienza libertaria di Alexander Neill con la sua scuola di Summerhill e quella lucidamente pragmatica di don Lorenzo Milani con la sua scuola di Barbiana; siamo stati provocati dagli inviti di uno sferzante Anthony De Mello e spinti da Thomas Gordon verso la necessità di porsi in atteggiamento di apertura e di ascolto.  

Ora, in un angolo di questo giardino, c’è un’aiuola che profuma d’erbe lontane e di fiori sconosciuti. Un’aiuola che si è arricchita giorno dopo giorno lungo una vita fatta di viaggi e di incontri, di realtà da fotografare e di storie da narrare, di sfide vinte e di scommesse perse, di pensieri da capire e di sogni da carpire. Ma soprattutto, di una malattia da tenere per mano, una malattia con cui fare i conti per cercarne il senso e così, in fondo, trovare se stessi.

Con lo sguardo disincantato dell’uomo occidentale, ma con l’apertura di chi non teme il nuovo e l’onestà di chi non nega lo sconosciuto, Tiziano Terzani racconta il suo incontro con la propria malattia e i diversi modi di discorrere con essa. La ricerca di un possibile “oriente”, in grado di guidare i suoi passi non tanto verso un’improbabile guarigione quanto piuttosto nei dintorni di una più modesta comprensione, lo ha condotto in un lungo viaggio, al di fuori e dentro se stesso. Partito da mondi, fisici e mentali, dove la scienza ha raggiunto i suoi livelli tecnologicamente più elevati, Terzani è approdato in terre dove trovano maggiore spazio la natura e il sentire, la saggezza antica e i riti basati sui segreti di conoscenze tramandate.

I suoi dubbi e le sue perplessità diventano anche i nostri dubbi e le nostre perplessità: il suo perdere a poco a poco le certezze dell’uomo occidentale “arrivato” ci apre a orizzonti dove la nostra visuale si può estendere in ampiezza, ma anche, e forse soprattutto, in profondità.

Francesco Callegari