Strutturando delle
esperienze di apprendimento in cui gli studenti lavorano individualmente o a
gruppi, l’insegnante ha tempo per risolvere particolari problemi che si
presentano. Questo può voler dire prestare attenzione individuale a uno studente,
oppure passare del tempo con degli studenti che sembrano aver bisogno di
parlare con qualcuno più che di imparare qualcosa di specifico. Questo può
anche voler dire lavorare con studenti che non stanno progredendo con l’apprendimento,
per stabilire quali siano i loro bisogni.
Alcuni insegnanti
mi hanno espresso le loro perplessità su questo approccio, in quanto temono che
gli studenti che insegnano agli altri possano essere penalizzati nel loro
apprendimento. Tuttavia, la maggior parte degli insegnanti concorda nel dire
che nessuno impara meglio una materia di chi la insegna, e dunque si rendono
conto che lo studente che insegna trae da questa esperienza altrettanto
beneficio di chi impara.
Gli insegnanti che
praticano questo approccio nelle loro classi mi hanno confermato che gli
studenti hanno acquisito maggiore consapevolezza del processo di apprendimento
e questo a sua volta li ha aiutati a imparare meglio.
Marshall
B. Rosenberg, Educazione
che arricchisce la vita, Edizioni Esserci, Reggio Emilia 2005, p. 138-139