Nessun nome nostro è solo
nostro.
Alcuni nomi portano
naturalmente e con grazia la memoria di un nonno, a volte uno stormo intero di
antenati, e insieme l'eredità di un corpo che è stato: gli occhi blu malandrino
di un bisavolo, le dita eleganti di una prozia, il ciuffo ostinato di uno zio.
Altri nomi tengono il capo di
un filo di storie che non si lasciano dimenticare. Una santa poverella fatta
grande dal suo credere e qualcosa di quel mistero sentiamo di portarlo. Oppure
un re col suo corteo di guerre, e forse il nostro arco sempre teso è un ricordo
del suo combattere. O sono storie di famiglia, un avo impettito nel ritratto
della leva, una nonna di cui sappiamo la grafia limpida come la traccia di una
cometa, e vien voglia di riordinare il mondo.
Altri nomi ancora portano un
dolore dentro e a volte lo curano come un regalo che non si aspetta. Un nostro
affetto è partito troppo presto, una vita nuova ci fa rinascere al domani e il
nome è il tempo che si mescola all'eterno.
Certo veniamo da lontano e non
è strano sentirsi un po' abitati, forse anche accompagnati. Ma quando oggi il
nostro nome viene chiamato, siamo noi che rispondiamo.
Ogni nostro nome è solo nostro
per quel frammento di eternità nel quale ci appartiene.
Mariapia
Veladiano, Ma come
tu resisti, vita, p. 98.