Julius Hertzfeld si è
guardato allo specchio stamattina. Attorno alla bocca poche rughe. Occhi forti
e sinceri che possono reggere lo sguardo di chiunque. Labbra piene e cordiali.
La testa coperta di riccioli neri e ribelli che si stanno appena ingrigendo sulle
basette. Il corpo senza un'oncia di grasso. Insomma, lo specchio gli ha detto
che è ancora lui: Julius Hertzfeld, brillante professore di psichiatria presso
l'università della California, terapeuta dal caldo sorriso e dalla solida
reputazione, uomo prestante che non ha affatto l'aria del sessantacinquenne cui
è stato appena comunicato, con fredda e brutale sincerità, che ha poco più di
un anno di vita.
Che fare quando la
vita spensierata termina di colpo e il nemico, fino a quel momento invisibile,
si materializza in tutta la sua terrificante realtà? Julius Hertzfeld non ha
dubbi: sa esattamente come trascorrerà il suo anno finale. Continuerà a
occuparsi dei suoi pazienti e a cercare di ridestare, nella terapia di gruppo,
il sentimento della vita dentro di loro.
Sa, anche, che non si
sottrarrà all'ultima sfida rappresentata dal suo paziente più ostico: quel
Philip Slate che ha dedicato tutta la propria energia vitale alla fornicazione
e che ora sostiene di aver scoperto una terapia Schopenhauer, una cura che
proviene dal pensiero stesso del filosofo tedesco.
Irvin Yalom,
La cura Schopenhauer, Neri Pozza Editore, Vicenza 2005.