Allora io avevo qui
la mia seconda patria che ha rappresentato, me ne rendo conto ora, la magia
nella mia vita. Perché questo posto è misterioso, è una valle chiusa che non va
da nessuna parte, con una storia di grande povertà. La gente viveva in case fatte
di pietre, con finestre piccolissime perché non entrasse il freddo, molte erano
addirittura senza camino. Quello che ci ha venduto la terra era un uomo
straordinario che stava con la moglie, di cui dicevano che era una strega, in
una stanza dalle pareti nere di fumo.
Così viveva la gente.
Viveva di castagne, di funghi e del granturco che coltivavano, però erano tutti
poeti. Prima di tutto perché erano pastori, gente che con un filo d’erba in
bocca stava in cima a una montagna a guardare il gregge e a pensare alla vita,
a Dio, alla natura.
Tiziano Terzani, La
fine è il mio inizio, Longanesi, Milano 2006.