Sulla spiaggia vergine e sparsa come talco, ho riletto a cose
fatte la storia del mio nemico. Poiché un passo è̀ preceduto sempre da un altro passo che lo
permette e la catena si snoda d’anello in anello senza che mai ne manchi uno.
Se il vento non si è levato e, tormentando la sabbia, non ne ha
asciugato la pagina superbamente scritta come sulla lavagnetta di uno scolaro,
io posso risalire di impronta in impronta fino all’origine delle cose, oppure,
inseguendo la carovana del mio nemico, sorprenderla in un anfratto in cui ha
creduto bene di fare sosta.
Ma, nel corso di questa lettura, io non ricevo alcun
insegnamento che mi permetta di precederla nel suo cammino. Perché la verità
che la domina è di un’essenza diversa dalla sabbia di cui io dispongo. E la
conoscenza delle impronte non è che conoscenza d’un riflesso sterile che non mi istruirà né sull’odio, né sul terrore né sull’amore che innanzitutto governano gli uomini.
Antoine de
Saint Exupery, Cittadella,
Borla, Roma 1978