Nel nostro tempo
l’insegnante è sempre più solo. Questa solitudine non riflette solo la sua
condizione di precariato sociale, ma, come abbiamo visto, anche la rottura di
un patto generazionale coi genitori. Lo studio dello psicoanalista ne raccoglie
frequentemente i cocci: genitori sempre più complici e alleati di figli sempre
meno riconoscenti e sempre più pretenziosi, i quali anziché sostenere l’azione
educativa della Scuola, di fronte al primo ostacolo, preferiscono spianare la
strada ai loro figli, evitare l’inciampo, per esempio cambiando scuola o
insegnanti, insomma recriminando continuamente contro l’Altro come fanno i loro
stessi figli.
Un tempo l’alleanza
generazionale tra genitori e insegnanti non era mai in discussione. Il rischio
era piuttosto quello di giustificare derive autoritarie del processo educativo.
Oggi invece questa alleanza tende a dissolversi. L’ostacolo della differenza
generazionale e dell’insuccesso scolastico viene vissuto solo come una
frustrazione inutile che va semplicemente evitata. In questo difficile contesto
la domanda che assilla l’insegnante sempre più solo si radicalizza: come può
continuare ad amare ciò che fa? Come può resistere all’appassimento,
all’accomodamento sulla routine del sapere somministrato secondo gli standard
stabiliti, alla tentazione del disinvestimento o del «rinunciantesimo»?
Massimo Recalcati, L’ora
di lezione, Einaudi, Torino 2014.