Siamo una rete immensa di figure ed emozioni. Questa rete si aggrappa
saldamente a un gomitolo particolarmente rigido di rappresentazioni,
d'interessi, d'idee e di giudizi: la nostra immagine di noi stessi. Basta che
un evento, una parola, un pensiero sopraggiungano e si attiva tutta una
concatenazione di sentimenti e di immagini fino a innescare uno dei circuiti
prefabbricati del gomitolo centrale.
Diventare padroni di sé significa osservare i percorsi di attivazione delle
rappresentazioni e delle emozioni, scoprire gli attrattori centrali cui
convergono questi percorsi poi, quanto più possibile, tracciare nuovi percorsi,
spianare le carreggiate, e aprire infine uno spazio liscio, libero, senza
itinerari obbligati. Dobbiamo ammorbidire, sciogliere, dissolvere la rigida
massa delle rappresentazioni e delle emozioni irrigidite che ci trasportano
sempre negli stessi circoli e che formano allo stesso modo il nostro mondo e il
nostro io.
Questa metamorfosi avrà probabilmente come effetto quello di
ribaltare completamente la nostra vita e quella di chi ci circonda. Una simile
conversione richiede tantissimo coraggio e perseveranza. La capacità di
compiere questo atto eroico [...] mette in gioco la parte più intima
dell'essere, la sua determinazione a liberarsi dai meccanismi della sofferenza.
Il primo coraggio consiste nel guardare in faccia la verità delle proprie
emozioni, la verità della propria vita.
Pierre Lévy, Il fuoco liberatore