In una società in cui
era il denaro che regolava l’accesso ai beni, i frati, bandendone l’uso rifiutavano
di accordargli una funzione nella loro vita. Non entravano nel sistema dei
legami e dei favori, delle elargizioni e dei donativi, non contraevano alcun
debito di gratitudine rispetto alla carità altrui; rimanevano completamente
liberi e indipendenti.
Il denaro, fonte di
tesaurizzazione, sviluppava invece un sistema costruito sul guadagno, sistema
che non si curava delle rovine che provocava lasciando famiglie sul lastrico,
persone strozzate da debiti usurai, indigenti e miserabili accalcati negli
ospizi o sulle strade.
Eppure anche i ricchi
assisiani erano cristiani, ma ritenevano sufficiente regalare ogni tanto
qualche soldo, fare la carità e sentirsi buoni, senza chiedersi se la mano che
verso di loro si tendeva fosse stata obbligata a quel gesto dalla propria,
poggiata invece sulla borsa appesa alla cintura.
Chiara Frugoni,
Storia di Chiara e Francesco, p. 43