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venerdì 30 agosto 2013

CHI SONO? - Erri De Luca


Lo raccolsero da terra, a sollevarlo pendeva a corpo vuoto. Suo fratello se lo prese in braccio, lo depose al riparo, lo lavò, gli forzò le labbra con un sorso. Erano chiuse, un solco arato e secco. L’acqua filtrò seguita da un singhiozzo. Nel suo respiro l’aria faceva per attrito il raschio di una pialla. Il fratello gli bagnò le palpebre serrate. L’acqua sciolse la polvere che il vento aveva messo per coperchio. Mosse gli occhi forzando la fessura, la penombra della tenda aiutò la schiusa, le pupille erano due pulcini ancora dentro l’uovo. Erano occhi che non ricordavano niente. Le orbite frugavano intorno, mettevano a fuoco la faccia del fratello, poi tornavano vuoti. “Chi sono?” disse con un rumore di gola che mischiava il ringhio al miagolio. Il fratello fece uno scatto indietro con la testa, per reazione. Poi rispose il nome, il posto, l’ora del tempo e cosa ci facevano lì. Ascoltò con sforzo, in quel punto la voce umana era per lui il rumore di un guasto. Ripeté: “Chi sono?”.

Erri De Luca, E disse (2011), p. 13