Barcellona (2009)
Ci liberiamo dalla
folla policroma dell’immensa stazione indiana. Fuori, ad attenderci, i più
pittoreschi mezzi di locomozione: le carrozzelle in lacca e bambù su ruote
modernissime da bicicletta, tirate di corsa da indigeni vociferanti; carrozze
strane, triangolari, che il cocchiere guida seduto in avanti, sul timone
sottile; diligenze barocche sovraccariche di ori, di fiocchi, di sonagli,
trainate da coppie di zebù, il bove indiano, minuscolo, gibboso, velocissimo; e
campeggianti in disparte, disposti in ordine, gli elefanti da nolo, recanti
ognuno un cartello in varie lingue indicante la meta, come da noi le carrozze
tranviarie. Si sale sopra uno dei colossi, attraverso una specie d’arrembaggio
inclinato e si sta in otto nel castelletto ad ogive. […]
Il cornac, un giovinetto, sta seduto alla
budda sul collo possente e dirige la mole immensa con l’ankus, un bastoncino ricurvo a gancio che preme sulla fronte
silenziosa, con un grido sommesso d’intesa.
[…] Passiamo per vie
modernissime: luce elettrica, tram, automobili; c’interniamo in viuzze
tortuose, dalle case altissime in legno dipinto e traforato con uno stile da
confettiere […]: infinite gallerie coperte cavalcano le vie, allacciano l’una
all’altra le case misteriose.
La nostra cavalcatura
ci mette all’altezza del primo piano e l’occhio gode, d’attimo in attimo,
attraverso le verande aperte, le scene più intime e più diverse: una madre che
consola un bambino che piange; un ufficio di mercanti parsi, dove cinque scribi
in mitra di tela cerata sono seduti a modernissime macchine da scrivere; una
casa indù semplice e linda; una casa maomettana a tappeti sontuosi dove un
vecchio scarno, occhialuto, sotto il turbante immenso, sta ginocchioni in mezzo
alla stanza, picchiandosi il petto contrito; una scuola indigena dove venti
monelli, in assenza del pedagogo, si protendono al nostro passaggio con occhi
vivaci e denti abbaglianti.
Guido
Gozzano,
Verso la cuna del mondo. Lettere dall’India,
Milano, F.lli Treves 1917. Da G. Graziani, Girando qua e là per il mondo, ed. Vannini, Brescia 1927, p. 453-455.