Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

lunedì 26 giugno 2017

RANE BOLLITE - Laura Cascianini


Non è facile dirigere una scuola con 300 dipendenti, non lo è affatto se lo si fa con passione, dedizione e senso del sacrificio.
A prescindere dai risultati (che non sta a noi valutare), l’effetto è che ogni problema diventa un nostro problema e alla fine della giornata il dirigente scolastico se ne ritrova 300 + 1. Anni fa, appena un decennio addietro, una realtà di questo tipo sarebbe stata affidata alle cure di almeno tre presidi ed ecco che già il primo numero non quadra: come può una sola persona, a fronte di una complessità crescente, assolvere ai compiti che erano allora ripartiti fra più soggetti? Vogliono davvero si creda che ciò sia il risultato dello scivolamento lessicale dal preside al dirigente scolastico? Peccato, a noi piacerebbe davvero continuare a essere dei presidi!
A quanti altri dimensionamenti, accorpamenti, fusioni dovremo assistere prima che si plachi il desiderio di ridurre i costi della scuola pubblica? Per non parlare del sistema di reggenze per le quali verrebbe da credere che il termine derivi ancora una volta dalla sostenibilità economica che ne consegue e da logiche di risparmio.
Nella realtà di ogni giorno la scuola regge (qui sì che la parola è giusta) grazie a docenti che si trovano costretti a inseguire PON che si rigenerano come dei transformer architettati su bandi con scadenze strettissime ma tempi infiniti per conoscerne gli esiti, bidelli che si fanno carico del lavoro di colleghi assenti non più sostituibili mentre i locali da pulire sono sempre gli stessi ed i ragazzi pure, segreterie che scoppiano per richieste e scadenze surreali, con compiti e competenze che una volta erano affidati ai Provveditorati, sistemi informatici che non supportano gli accessi e collassano (con noi che non sopportiamo loro), organici inadeguati al reale fabbisogno, dotazioni per le quali sarebbero necessari maggiori finanziamenti, monitoraggi e raccolte di dati già raccolti, un’edilizia che implora maggiori garanzie soprattutto nelle tante zone sismiche del nostro bel paese, ecc…
Una volta si canticchiava “fai un salto, fanne un altro, fai una giravolta, falla un’altra volta……” oggi, una simile perversione, tornata di moda con meno ludici finalità ma altrettanto ludiche parvenze, pare si chiami “blue whale” e non riguarda solo gli adolescenti, ma l’intero sistema deputato ad accoglierli. Ed ecco che ci ritroviamo a competere con la nostra stessa capacità fisica in una corsa ad ostacoli, o a giocare ad un limbo con l’asticella che si abbassa sempre di più ad ogni nuovo livello obbligandoci ad improbabili acrobazie pur di sopravvivere.
Si potrebbe dire a noi dirigenti scolastici che la bicicletta l’abbiamo voluta e quindi non ci resta che pedalare, ma nessuno ci disse che anche a noi l’avrebbero data con le ruote quadrate!
E allora, al di là di ogni invocata resilienza, benvengano le temperature estive perché ci ricordano che presto – forse – potremo godere di uno (solo uno per carità) dei tanti giorni di ferie non usufruiti l’a.s. scorso e benvenga pure il lavoro h 24, 7 gg su 7 e 12 mesi l’anno; questo non ci spaventa quanto la sicurezza dei nostri edifici! Casomai ci indigna che non si dicano i reali stipendi che ci vengono corrisposti per questa mole di lavoro assolutamente inappropriata al carico di responsabilità affidate (un docente con 6 ore eccedenti e qualche incarico se la cava molto meglio)….. ma per favore non fateci fare la fine della rana bollita che, immersa in un pentolone la cui temperatura si alza poco alla volta, smette di reagire e muore circondata da chi è pronto a rimpiazzarla con un’altra ignara di ciò che l’attende. 
Ecco perché in questa logica dei numeri vorremmo che la nostra voce non contasse per una, ma per 300 + 1, perché se è vero che tra le tante responsabilità abbiamo anche quella del benessere lavorativo di così tanti lavoratori, metteteci di condizioni di poterlo garantire ad ognuno di loro, a noi stessi, ai nostri studenti e restituire serenità alle nostre famiglie.

Laura Cascianini, Dirigente dell’Istituto Omnicomprensivo “Fanfani-Camaiti”, Arezzo

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