Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

lunedì 27 giugno 2016

LA BUONA SCUOLA E’ SENZA CIRCOLARI 1/4 – Giorgio Israel (1945-2015)


La chiave del progetto è di ristrutturare una scuola di matrice statalista sul concetto di autonomia. Questo comporta un cambiamento radicale che pare che molti non abbiano compreso: il giudizio sui rendimenti dell’istituzione non compete più in modo esclusivo al ministero – che dovrebbe attenersi a una funzione di servizio – ma all’istituzione medesima.
In sostanza, l’autonomia non è pensabile se non con una precisa strutturazione di un sistema di valutazione rigoroso e trasparente. Sembra che tutti siano d’accordo, anzi uno dei motivi dominanti del testo è il continuo ricorso al termine “valutazione”, come se fosse un’ovvietà, e invece non lo è affatto. Sono anni che in Italia se ne parla senza concludere nulla. Le vie possibili sono due.
La prima è affidarsi a metodi quantitativi di carattere statistico, mediante test: non soltanto siamo lontanissimi dall’avere strutture adeguate a un simile approccio ma, nei paesi che l’hanno implementato o a livello europeo e internazionale, è soggetto a crescenti critiche.
La seconda via è quella delle ispezioni, non gestite alla vecchia maniera ministeriale, altrimenti sarebbe vano parlare di autonomia. Nel Regno Unito esiste un’istituzione ispettiva esterna e autonoma (Ofsted) che tuttavia è stata duramente criticata per il suo carattere autoreferenziale e senza controlli. L’altra via è quella di una valutazione ispettiva interna al sistema scuola, che coinvolga tutte le componenti, assumendo il principio che sono i pari (con l’aggiunta di qualche istanza superiore) a poter giudicare e aprire così un confronto che sia origine di una crescita culturale; e non istanze esterne, se non da consultare come elementi per la formulazione di un giudizio, e ciò per il motivo che la scuola non è un’impresa basata sulla “customer satisfaction”. Per far questo, occorrerebbe una precisa strutturazione del sistema ispettivo e nulla è stato fatto di serio in questa direzione.
Nell’assoluta vaghezza che circonda il termina “valutazione” è inquietante sentir dire che “poi si valuterà” rinviando la definizione di questo intervento a tempi e modi fumosi.
Giorgio Israel, Blog di Giorgio Israel, 20 giugno 2015


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