Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

sabato 23 aprile 2016

45. RIFLESSIONI AL MARGINE DEL BONUS PREMIALE PER I DOCENTI - Francesco Callegari


AVVERTENZE D’USO

Se dovessimo descrivere la Scuola italiana, come del resto tutta la nostra società,  ci affideremmo per lo più a termini quantitativi e declineremmo la situazione attuale attraverso numeri e indici, rilevazioni e statistiche, voti e punteggi. Questa esasperata attenzione alla quantità sottintende la semplicistica, se non erronea convinzione, che la quantità rispecchi la qualità. D’altra parte, la difficoltà di tener conto di tutto ciò che non è riconducibile alla quantità, ha portato nel tempo all’idea che la realtà stessa abbia valore solo se può essere misurata.

IL TEMA DELLA QUALITA’

Giorno dopo giorno, mi convinco però sempre più che una scuola di qualità non è tanto quella descritta attraverso i numeri, quanto quella basata sui principi e costruita intorno alle relazioni. E’ nella relazione con la terra che il principio vitale contenuto nel seme germoglia, e la ghianda diventa quercia; è nella relazione con il “maestro” che avviene nell’allievo il miracolo della crescita e dell’apprendimento; è abitando in prima persona la relazione che noi adulti possiamo essere esempio di pace e di convivenza civile per le future generazioni. Possiamo avere in classe i computer più potenti, le lavagne interattive più sofisticate, le tecnologie più avanzate, ma bambini e ragazzi potranno trovare nutrimento per la loro crescita solo vivendo la giornata scolastica con insegnanti in grado di accoglierli e ascoltarli. Possiamo avere i docenti più preparati nella loro disciplina, ma, se non sanno costruire relazioni, questa organizzazione a legami deboli diventa un’orchestra di violini senza corde.
Per questo, vorrei che nella nostra scuola fossero cablati i cuori, prima che i computer.

IL MOMENTO DELLA QUANTITA’

Ora, con la distribuzione del bonus premiale, è richiesto di assegnare una determinata quantità (di denaro) a una certa qualità (di prestazione), forzando in tal modo un’operazione tra unità di misura differenti. Già nel 1945, il filosofo francese René Guénon ci metteva in guardia contro le illusioni della statistica:
Le statistiche consistono soltanto nel contare un numero più o meno grande di fatti, supposti tutti completamente simili tra loro, ché, diversamente, la loro somma non avrebbe significato alcuno; ed è evidente che a questo modo si ottiene soltanto un’immagine della realtà tanto più deformata quanto più i fatti in questione non sono effettivamente simili e paragonabili che in misura minima, cioè quanto più considerevoli sono l’importanza e la complessità degli elementi qualitativi che essi implicano”.
Siamo coscienti di questo pericolo, ma siamo d’altronde anche convinti di dover trovare il modo più consono per rispettare il senso della legge. Questa necessità, comporta almeno tre difficoltà di cui dobbiamo essere consapevoli.
Prima difficoltà: la reale conoscenza. Il direttore di una filiale di banca è senza dubbio in grado di valutare l’impegno, la produttività e la disponibilità degli impiegati con i quali lavora fianco a fianco ogni giorno. Nella nostra organizzazione, il lavoro è spesso distribuito su diverse sedi operative, dislocate su un territorio anche vasto e per la maggior parte lontane dalla presidenza. Non è facile, per un dirigente scolastico, conoscere a fondo il lavoro quotidiano di centinaia di docenti in Istituti come i nostri, che hanno ormai raggiunto le dimensioni e la complessità di una media azienda. E, il cielo non voglia, in Istituti dove ci rechiamo come reggenti solo un paio di giorni la settimana.  
Seconda difficoltà: la reale oggettività. Non è nel nostro mandato elargire discrezionalmente denaro al pari del privato datore di lavoro: ciò che amministriamo non fa infatti  parte del nostro patrimonio personale, bensì appartiene al contribuente italiano.
Terza difficoltà: il reale funzionamento. La salvaguardia delle relazioni è fondamentale all’interno di un’organizzazione complessa come la scuola dove i legami sono talmente deboli da rendere sempre precaria la tenuta del sistema. Nessuna azione del dirigente deve far sorgere il sospetto che si stia guardando il dito e non la luna. E’ necessario operare sempre con grande sensibilità e intelligenza al fine di mantenere tutti uniti nel cammino verso gli obiettivi comuni.

L’ANELLO DI CONGIUNZIONE

Il ponte tra il versante della qualità e quello della quantità potrebbe essere individuato nel Piano di miglioramento, già condiviso in Collegio dei docenti. Il Piano potrebbe effettivamente rappresentare lo strumento di traduzione del linguaggio qualitativo, delineato nelle Linee di indirizzo del dirigente scolastico, nel linguaggio quantitativo, vale a dire negli obiettivi che la scuola si propone di conseguire attraverso le azioni concrete previste nel Piano triennale dell’offerta formativa.
Le Linee di indirizzo (sul versante della qualità), e il Piano triennale dell’offerta formativa (su quello della quantità), diventano così i confini di coerenza entro cui il scorre il fiume dei criteri, “stringenti, puntuali, rilevabili, misurabili, valutabili”, individuati dal Comitato. Sta a ciascuno di noi far sì che l’acqua di questo fiume scorra non per fare danni, ma per dissetare e irrigare. 

Francesco Callegari

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