Nei
disegni dei bambini, il cielo è spesso rappresentato da una sottile striscia
azzurra, tirata lungo il margine superiore del foglio; la base è invece
occupata dalla linea, altrettanto sottile, della terra o dell’erba.
E in mezzo, tra la
terra e il cielo, cosa c’è, niente? A questa domanda, i bambini vi guardano dapprima
stupiti, poi con indulgenza: in effetti, i grandi non sono mai stati molto
svegli. C’è l’aria! Cosa vuoi che ci sia tra la terra e il cielo?
L’aria, e per
lasciare il maggior spazio possibile all’aria, i bambini segnano appena i
confini, tanto che la terra e il cielo diventano solo una cornice, un
contenitore che serve all’aria per non scappare via. Perché è l’aria il posto
dove avvengono le cose, il luogo degli alberi e delle persone, degli animali e
delle case. Il cielo è troppo lontano, ci vanno al massimo gli uccelli; la
terra è troppo dura, è fatta per i lombrichi.
Tutto avviene nello
spazio dell’aria: sotto il foglio la terra continua, e sopra il foglio continua
il cielo; per quanto avanti non si sa, ma nemmeno è importante saperlo, perché ciò
che conta è tutto qui all’interno del foglio, l’unico posto dove è possibile disegnare
il mondo.
I bambini ci invitano
a usare bene lo spazio dell’aria e anzi ci spingono a estenderlo rendendo
sempre più sottile quello delle cose che non possiamo raggiungere e quello
delle cose che non possiamo cambiare. Lo spazio dell’aria rappresenta il luogo della
vita e degli incontri, ma può diventare per noi anche lo spazio del sogno e
dell’impegno per realizzarlo. L’unico posto dove la nostra ghianda potrà
diventare quercia.
Lo auguro di cuore a tutti voi
e a me stesso.
Buon Natale
Francesco Callegari