Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

giovedì 12 novembre 2015

MAMMA ORSA E IL REGISTRO ELETTRONICO – Nadia Vidale


ll papà infuriato scrive che il figliolo (quarta superiore...) ha dovuto restare a scuola un'ora in più dei compagni perché mancava la spunta di avvenuta lettura da parte del genitore dell'avviso di uscita anticipata, diffuso in un giorno in cui lo studente era assente da scuola. Mi intima
a) di indicargli il riferimento normativo che obbliga il genitore a consultare quotidianamente il registro, obbligo e norma che a lui constano non esistere;
b) se, appunto, obbligo e norma non c'è, di avvertirlo tramite mail o sms ogni volta che nel registro elettronico viene pubblicato qualcosa che lui debba necessariamente leggere.
Che dire?
Il figliolo ha diciassette anni. Perché il papà non lo lascia andare per i fatti suoi e invece si adopera perché gli sia tolto quello che considera il disagio di restare un'ora a scuola, disagio che il ragazzo oltretutto si è procurato da solo per non fare un clic sull'app del registro, fra le centinaia che fa nelle 24 h?
Che memoria corta abbiamo. Quando è entrato in questa scuola, il suo figliolo scriveva le comunicazioni sul libretto - gliele dettava un insegnante, col bidello che girava per le classi a comunicare la variazione di orario. Siccome, anche allora, non esisteva l'obbligo per il genitore di consultare ogni giorno il libretto, se il figliolo dimenticava di dirgli che c'era l'avviso da firmare, il giorno dopo se ne restava a scuola. Se il figliolo era assente il giorno dell'avviso, poteva recuperare l'informazione solo dai compagni di classe - più probabile ancora che restasse a scuola.
Oggi, il genitore può consultare la fonte ufficiale, a qualsiasi ora del giorno e della notte, con il figlio sia assente che, eventualmente, presente a scuola ma smemorato.
Il papà di un diciassettenne anch'io direi che non deve consultare tutti i giorni né il libretto né il diario - che contengono compiti per suo figlio, infatti, mica per lui. Sono compiti di suo figlio, che interpellerà il papà per la parte che eventualmente lo riguarda - per esempio, per acquisire una firma di autorizzazione. Potrebbe dunque chiedersi perché abbia un figlio così negligente nelle cose di scuola. Invece attacca la scuola.
Girava, qualche anno fa, un documentario sugli orsi. Mamma orsa partoriva e poi seguiva gli orsacchiotti insegnando loro varie cose, con un obiettivo chiaro (alte terminus haerens, Lucr. I, 77): renderli autonomi. Così, dopo due anni, lanciava un falso messaggio di allarme e i frugolotti si mettevano al sicuro arrampicandosi su un albero, da cui li avrebbero fatti scendere, molte ore dopo, la fame e la sete, ma la mamma non l’avrebbero trovata più e lei magari non si ricorda nemmeno quanti figli ha fatto. Ah, già! Questo è addestramento, non educazione.
Nadia Vidale, dirigente scolastico

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