Stringersi stimola la molecola della fiducia. Fa
salire l'autostima, ossigena il sangue, combatte la depressione, allevia
lo stress e l'ansia.
E' il potere dell'abbraccio. Che, da saluto
affettuoso, si è fatto materia di studio. Come dimostra una ricerca
della School of Medicine dell'università della California, San
Diego uscita qualche settimana fa: esperienze piacevoli collegate
al tatto provocano una risposta particolarmente positiva da parte
dell'organismo.
Questo stimolo agirebbe direttamente sull'aumento
della produzione dell'ossitocina, un ormone fondamentale nella
sessualità e nella comunicazione. L'abbraccio, dunque, non solo
alza i livelli di ossitocina e serotonina ma stimola il sistema
immunitario e contribuisce ad una maggiore ossigenazione del
sangue. Ed è equilibratore sia dell'ansia che dello stress, aumentando
così la percezione di benessere e di sicurezza.
L'abbraccio come autentica spinta alla vita. Paul
J.Zak, pioniere americano della Neuroeconomia, nel suo libro gli
ha dato una definizione rivoluzionaria. "La molecola della
fiducia All'origine della prosperità economica e sociale" (Scuola
di Palo Alto editore) è il manuale che ha firmato mettendo l'abbraccio
al centro di una nuova filosofia che miscela economia, management
e psicologia.
Anche Zak punta sul ruolo dell'ossitocina legata
al contatto e descrive i suoi esperimenti nel manuale. Ha prelevato
migliaia campioni di sangue di persone mentre queste prendevano decisioni
in laboratorio (argomento denaro), giocavano a pallone, si buttavano
da aereo con paracadute, partecipavano ad un matrimonio o,
comunque, erano protagonisti in situazioni nelle quali la relazione
umana è di fondamentale importanza.
L'autore ha dimostrato come l'ossitocina sia in grado
di innescare un circolo virtuoso fondato sull'amore e sulla
prosperità.
Istruzioni per l'uso: la durata media di un abbraccio
tra due persone è di tre secondi. I ricercatori hanno scoperto che
l'effetto terapeutico, su mente e corpo, è assicurato se la durata
del contatto arriva fino a venti secondi. Allora inizia la produzione
della "molecola della fiducia".
Carla Massi, Niente abbracci, siamo italiani, “Il
Messaggero”, 2 novembre 2015.