Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

sabato 7 novembre 2015

GIUDICARE – Mariapia Veladiano


Mi piacerebbe pensare che mai mi capiterà di non fare quel che dovrei fare e invece non posso pensarlo perché so che è troppo facile qui alla finestra protetta del mio affaccio luminoso sulla piazza delle Erbe, pulita e senza uomini, bambini e donne in pericolo ma chissà se penserei gli stessi pensieri con il suolo che si apre e il mondo che si rovescia, o semplicemente con l'anima squarciata da un'offesa che non immaginavo.
Eppure, penso, si deve credere che dobbiamo provare, e provare e provare e coltivare la fede che possiamo essere quel che dobbiamo, in nome dell'altro e perché pareti sottili, molto sottili ci dividono dalla vita e dalla morte di chi ci sta accanto.
Eppure capisco che si può non farlo. Per nascondere una cosa, piccola cosa, o per paura o perché il mio spirito si è incagliato per un momento, solo un momento. Penso che bisogna non lasciar perdere nulla, punire certo per quel che offende la vita mia e di tutti, ma soprattutto capire e capire e capire come questo non fare può capitare e coltivare un mondo in cui possa capitare poco, pochissimo. E penso che il mare di tremende parole che tutti i giorni diciamo, e di tempo che sprechiamo a dir male, ci può sommergere.
Che il giudizio è la nostra morte anticipata.
Mariapia Veladiano, Ma come tu resisti, vita, p. 45.


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