Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

giovedì 8 ottobre 2015

LA MAPPA DELLE EMOZIONI - Marco Gasperetti


FIRENZE -Davanti al cartellone diviso in quattro quadrati rosso, giallo, blu e verde, i bambini si muovono con allegra naturalezza, come davanti a uno specchio. E un po’ specchio lo è quello strano diagramma di flusso: riflette le emozioni di ogni ragazzino e le unisce a quelle della classe.
«Come ti senti oggi, Francesco?», chiede l’insegnante. E lui con una matita segna un punto tra le ascisse e le ordinate nel tratto colorato che più lo rappresenta. Nel quadrante rosso ci sono rabbia e paura (e moltissimi altri stati d’animo), nel blu tristezza ma anche noia e demotivazione, nel verde uno stato di rilassatezza e nel giallo la felicità e l’entusiasmo.
Quel diagramma si chiama Mood Meter ed è uno strumento per comprendere gli stati d’animo: una delle icone operative di un progetto sull’intelligenza emotiva realizzato a Firenze da Per Lab, spin-off dell’Università del capoluogo toscano diretto da Laura Artusio, 33 anni, dottorato di ricerca europeo in psicologia e collaboratrice della Yale University.
L’obiettivo è «educare i ragazzi a comprendere le proprie emozioni», spiega Artusio. «E dare gli strumenti agli insegnanti, di ogni ordine e grado, per far elaborare ad alunni e studenti i loro stati d’animo. Perché è provato scientificamente che riuscire a gestire emozioni per prevenire conflitti e ansia migliora il sistema d’insegnamento e aiuta, spesso in modo determinante, il processo di apprendimento».
I ricercatori di Per Lab seguono il metodo Ruler sviluppato da Mark Brackett, direttore dello Yale Center for Emotional Intelligence, fiore all’occhiello dell’ateneo americano; metodo che hanno adattato al modello di scuola italiano con la consapevolezza che la costruzione della felicità, dopo millenni di filosofie orientali e occidentali, resta la massima aspirazione dell’umanità e che anche tutte le emozioni, anche quelle meno piacevoli, sono importanti.
Ed è questo uno dei motivi per cui Lancôme si è interessata al progetto e ha coinvolto anche la Fondazione Born This Way della rockstar Lady Gaga.
Sarà il binomio bellezza e felicità (ed educazione) a salvare il mondo? «Chissà, ma intanto noi ci prepariamo, grazie anche all’educazione emozionale, che speriamo possa diventare una materia di studio come negli Stati Uniti, a dare alle nuove generazioni tutti gli strumenti giusti per cercare di raggiungerla», continua la dottoressa Artusio. «Con la consapevolezza che la gestione degli stati d’animo è spesso fondamentale nel processo di apprendimento e nel raggiungimento del massimo potenziale».
Gli studenti che partecipano al progetto raccontano di sentirsi meglio e di aver pure sperimentato il concetto di empatia. «Sono stato capace di comprendere le mie emozioni e di capire quelle dei miei compagni», scrive un alunno. E un altro racconta una storia di conflitti finiti con i compagni: «Litigavamo sempre quando si giocava a pallone, poi con le tecniche che ci ha insegnato la maestra siamo riusciti a gestire le nostre emozioni e adesso tutto fila liscio».
Ma c’è pericolo di manipolazione psicologica, c’è il rischio di giocare sui sentimenti degli altri e orientarli secondo i propri valori? «No, semmai è il contrario. Noi offriamo a studenti e docenti tecniche per capire le emozioni e sviluppare il pensiero critico», risponde Laura Artusio. «Insegnare una lingua a scuola è manipolazione? Non credo proprio e anche noi, con questo progetto, insegniamo una lingua: quella capace di comprendere le emozioni».


Corriere della Sera, 6 ottobre 2015

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