Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

martedì 17 febbraio 2015

L’UCCELLO DI FUOCO E LA PRINCIPESSA VASSILISSA (3) – Aleksandr Nikolaevic Afanas’ev (1826-1871)


Cammina cammina, arriva ai confini del mondo, dove il rosso solicello spunta dall'azzurro mare. Guarda e vede che sull'azzurro mare naviga la principessa Vassilissa in una barchetta d'argento e voga con i remi d'oro. Il baldo arciere spinse il suo valente cavallo nei verdi prati a pascolare, a mangiar la fresca erbetta; lui intanto drizzò la tenda dalla cupola d'oro, dispose cibi e bevande varie, sedette nella tenda a mangiare, la principessa ad aspettare.
Vassilissa vide la cupola d'oro, e vogò a riva, uscì dalla barchetta ad ammirare la tenda. "Salute, principessa Vassilissa!" dice l'arciere "Fatemi l'onore di accettare la mia ospitalità, di assaggiare i vini d'oltremare." La principessa entrò nella tenda; cominciarono a bere, a mangiare, far baldoria. La principessa bevve un bicchiere di vino d'oltremare, s'ubriacò e cadde in un sonno profondo. Il prode arciere lanciò un grido al suo valente cavallo, e il cavallo accorse; subito l'arciere smonta la tenda dalla cupola d'oro, salta a cavallo, prende con sé la principessa Vassilissa addormentata e si mette in cammino, come una freccia scoccata dall'arco.
Arrivò dallo zar; quando vide la principessa il sovrano si rallegrò assai, ringraziò l'arciere del buon servigio, lo ricompensò con una grossa somma, e lo insignì di un grado altissimo. La principessa Vassilissa si svegliò, apprese che si trovava ben lontana dall'azzurro mare, e cominciò a piangere, a languire, il suo viso cambiò completamente; per quanto lo zar la esortasse, tutto fu vano. Ecco che lo zar pensò di sposarla, ma lei dice: "Lascia che quello che mi ha portato qui vada all'azzurro mare; in mezzo al mare c'è una grossa pietra, sotto quella pietra è nascosto il mio abito nuziale. Io non mi sposerò se non avrò quel vestito!" Subito lo zar va dal prode arciere: "Va’ presto ai confini del mondo, dove spunta il rosso solicello, là nell'azzurro mare si trova una gran pietra, e sotto la pietra è nascosto l'abito nuziale della principessa Vassilissa; trova quell'abito e portalo qua; è venuto il tempo di celebrare le nozze! Se lo trovi, ti ricompenserò ancor meglio di prima, ma se non lo trovi, ecco la mia spada: che la tua testa cada!"
L'arciere pianse lacrime amare, andò dal suo valente cavallo: "Questa volta," pensa, "non sfuggirò alla morte!" "Di che piangi, padrone?" domanda il cavallo. "Lo zar mi ha ordinato di cercargli sul fondo del mare l'abito nuziale della principessa Vassilissa." "Ecco! te l'avevo detto: non prendere la piuma d'oro, che ti capiteranno dei guai! Suvvia, ora non temere: questa non è ancora una disgrazia, la disgrazia verrà dopo! Siediti su di me e andiamo all'azzurro mare." (continua...)
Antiche fiabe russe, raccolte da Aleksandr Nikolaevic Afanas’ev, Torino 1953, p. 104-105.


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