Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

lunedì 16 febbraio 2015

L’UCCELLO DI FUOCO E LA PRINCIPESSA VASSILISSA (2) – Aleksandr Nikolaevic Afanas’ev (1826-1871)


Il giorno dopo, all'alba, il giovane arciere andò su quel campo, lasciò il cavallo libero di passeggiare e lui si nascose dietro un albero. D'un tratto il bosco stormì, le onde del mare si agitarono: ecco volare l'uccello di fuoco; arrivò, si posò a terra e prese a beccare il grano. Il valente cavallo si avvicinò all'uccello di fuoco, gli posò uno zoccolo sull'ala premendo forte contro terra; il baldo arciere saltò fuori dall'albero, accorse, legò con uno spago l'uccello di fuoco, salì a cavallo e galoppò verso la reggia.
Porta l'uccello di fuoco allo zar; al vederlo, il sovrano si rallegrò, ringraziò l'arciere del buon servigio, lo ricompensò innalzandolo di grado, e gli affidò subito un altro compito: "Se sei stato capace di raggiungere l'uccello di fuoco, adesso trovami anche la mia fidanzata: nell'ultimo dei reami, ai confini della terra, dove nasce il rosso solicello, c'è la principessa Vassilissa; è proprio di lei che ho bisogno. Se la trovi ti ricompenserò con oro e argento , ma se non la trovi ecco la mia spada: che la tua testa cada!"
L'arciere pianse amare lacrime, andò dal suo valente cavallo: "Di che piangi, padrone?" domanda il cavallo. "Lo zar mi ha ordinato di trovargli la principessa Vassilissa." "Non piangere, non affliggerti; questa non è ancora una disgrazia, la disgrazia verrà dopo! Va' dallo zar, e chiedigli una tenda dalla cupola d'oro, e cibi e bevande per il viaggio." Lo zar gli diede i cibi, le bevande e la tenda dalla cupola d'oro. Il prode arciere salì sul suo valente cavallo e partì per l'ultimo dei reami. (continua…)

Antiche fiabe russe, raccolte da Aleksandr Nikolaevic Afanas’ev, Torino 1953, p. 103-104.
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