Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

giovedì 19 gennaio 2012

A PROPOSITO DEL TEMPO - Andrea Bocconi


Il Tempo se ne andava del suo passo, e non sai mai se sta fermo o sta correndo, né vecchio né giovane.
Ma la donna bella che gli passò accanto veloce gli fece intanto accelerare il cuore, e ciò era già strano, perché si sa che il tempo è galantuomo, ma non che abbia un cuore.
Era una donna vestita del colore del fumo e del fulmine. Ansia era il suo nome.
Fecero di corsa il giro del mondo tre volte e non andarono in nessun posto, finché il Tempo non restò indietro e lei lo salutò correndo, perché non poteva fermarsi.
Il Tempo era triste e pareva più vecchio di prima. Sulla sua strada uno più vecchio di lui, che sembrava camminasse e invece muoveva solo le gambe, con la testa sempre girata indietro, tanto che gli unici muscoli di quel corpo flaccido erano nel collo.
Per parlarci dovevi stargli dietro, ma i suoi occhi ti passavano oltre lo stesso, come se mirasse a qualcosa di ancora più in là, nella Terra Introvabile. Si chiamava Rimpianto.
Il Tempo pensò che era un tipo ben noioso, quasi da fargli rimpiangere Ansia. Oddio! Bastava stargli vicino e quei pensieri ti si ficcavano sottopelle: “Avrei potuto, avrei dovuto, se avessi, se fossi…”
Bastò fare un balzo avanti – e un balzo non è facile per il Tempo – e sparì. Sentì solo che diceva ancora: “Assieme avremmo potuto…”
Era stanco. Si sedette sulla riva di un fiume, là dove le acque si confondevano con il mare e i colori restavano tuttavia diversi. Si preparò la pipa e sospirò.
L’aria era dolce e la terra morbida sotto i suoi piedi nudi.

ANDREA BOCCONI, Di buon passo, p. 179-180
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