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domenica 22 maggio 2011

UN VIOLINISTA IN METROPOLITANA - The Washington Post


In un freddo mattino di gennaio del 2007, all’interno di una stazione della metro di Washington DC, un uomo suonò alcuni pezzi al violino per circa 45 minuti.  Durante questo tempo, più di mille persone passarono per la stazione, molte delle quali sulla strada per andare al lavoro.
Dopo tre minuti, un uomo di mezza età notò che c'era un musicista che suonava. Rallentò il passo e si fermò per alcuni secondi, poi si affrettò per non essere in ritardo.  Quattro minuti dopo, il violinista ricevette il suo primo dollaro: una donna lanciò il denaro senza neanche fermarsi.  Dopo sei minuti, un giovane si appoggiò al muro per ascoltarlo, poi guardò l'orologio e ricominciò a camminare.
Nei 45 minuti in cui il musicista suonò, solo sette persone si fermarono e ascoltarono per almeno un minuto. Circa venti persone gli diedero dei soldi, ma continuarono a camminare normalmente. Il violinista raccolse in tutto 32 dollari. Quando finì di suonare e tornò il silenzio, nessuno se ne accorse, nessuno applaudì, né ci fu alcun riconoscimento.
Nessuno lo sapeva, ma il violinista era Joshua Bell, uno dei più grandi musicisti al mondo. Suonò alcuni dei pezzi più complessi mai scritti, con uno Stradivari del 1713 del valore di 3,5 milioni di dollari. Nelle mani magistrali di questo musicista, il violino singhiozzò, rise e cantò estatico, addolorato, importunando, adorando, castigando, facendo civettuolo la corte, allegro, trionfale, sontuoso. Due giorni prima, Joshua Bell, un artista da 1000 dollari al minuto, fece il tutto esaurito al teatro di Boston e i posti costavano una media di 100 dollari.
Questa è una storia vera. L'esecuzione di Joshua Bell in incognito nella stazione della metro fu organizzata dal quotidiano Washington Post come parte di un esperimento sociale sulla percezione, i gusti e le priorità delle persone. Ci si chiedeva:  In un ambiente comune a un'ora inappropriata, percepiamo la bellezza? Ci fermiamo ad apprezzarla? Riconosciamo il talento in un contesto inaspettato?
Questo esperimento induce anche a chiederci: "Se non abbiamo un momento per fermarci e ascoltare uno dei più grandi musicisti al mondo suonare una tra le più belle  musiche mai scritte con uno dei migliori strumenti mai costruiti … quante altre cose ci stiamo perdendo?"



By Gene Weingarten
Washington Post Staff Writer
Sunday, April 8, 2007
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